Adobe ha comunicato che, a differenza di quanto affermato soltanto pochi giorni or sono, non interromperà le proprie attività commerciali in Venezuela. In precedenza la sospensione delle attività era stata resa ufficiale a seguito del ban proveniente dal Governo americano, che intendeva così erigere un muro commerciale con il paese sudamericano.
L’annuncio di Adobe aveva fatto discutere poiché, improvvisamente, interrompeva ogni rapporto in essere, anche in relazione agli abbonamenti già attivi: accessi bloccati, servizi indisponibili, utenti lasciati privi dei loro software Creative Cloud e Document Cloud preferiti. Era questa la conseguenza delle frizioni geopolitiche tra i due paesi, con Trump che aveva deciso di serrare le fila costringendo le aziende USA a fermare ogni attività venezuelana. Ciò che suonava strana, però, era l’iniziativa immediata ed isolata di Adobe, unica tra le grandi ad agire con solerzia nell’esecuzione delle prescrizioni governative.
Adobe comunica ora di aver avuto autorizzazione da parte degli Stati Uniti ad agire nuovamente in Venezuela. I servizi possono dunque riprendere, così come la loro commercializzazione. Gli account sospesi nelle ultime settimane saranno ripristinati a breve e tutto potrà tornare come prima.
Conseguenze della geopolitica, insomma, con Adobe usata come ariete nelle pressioni governative contro il Venezuela. Il fatto che attivando o disattivando un account consenta di attivare o disattivare l’erogazione di un servizio, rende più importante il ruolo della geopolitica poiché i confini prendono forma anche nell’autorizzazione ad un accesso: un elemento che occorrerà tenere in considerazione in futuro quando si valuterà un acquisto e la provenienza della propria fornitura.