La software house di San Jose ha pubblicato i risultati finanziari legati al secondo trimestre fiscale 2020 concluso il 29 maggio: Adobe è andata oltre le aspettative degli analisti per quanto concerne gli utili per azione, ma le entrate sono state inferiori alle aspettative. Ciò nonostante l’azienda ha registrato profitti record per 1,1 miliardi di dollari.
La trimestrale di Adobe trascinata dal cloud
A trainare il business della società sono state le sottoscrizioni ai servizi cloud che hanno portato nelle casse un totale pari a 2,87 miliardi di dollari. In passivo invece rispetto a un anno fa i proventi legati alla vendita diretta dei prodotti, da 153 milioni di dollari agli attuali 128 milioni, a testimonianza di come sempre più utenti stiano scegliendo di affidarsi alle soluzioni in abbonamento. Giù anche i guadagni connessi a servizi e supporto, da 135 a 126 milioni di dollari. Questo il commento di Shantanu Narayen, Presidente e CEO.
La strategia di Adobe per aiutare nella creazione di contenuti, nell’automatizzazione dei processi critici dei documenti e per consentire alle imprese di interagire con i loro clienti in digitale ha portato a entrare record nel trimestre. La svolta globale verso il “tutto in digitale” in ogni segmento sarà utile alle nostre iniziative di crescita quando usciremo da questa crisi.
Nei mesi scorsi il gruppo ha celebrato i trent’anni di quello che è il suo prodotto più celebre e noto, Photoshop, introducendo una serie di novità pensate per soddisfare le nuove esigenze manifestate dall’utenza e per sfruttare al meglio i nuovi strumenti a disposizione, anche quelli mobile. Nell’occasione su queste pagine abbiamo dedicato un articolo alla versione del 1990, per capire da dove tutto ha avuto inizio.