Adobe Systems Inc. ha comunicato al mondo interconnesso la sua intenzione di uccidere Flash , o quantomeno di mandarlo in pensione una volta per tutte, entro la fine dell’anno 2020. La definitiva “morte di Flash Player” arriverà dunque per mano della stessa azienda che lo ha creato, una scelta dettata dalla convenienza e dal fatto che, a detta di Adobe e chiunque altro, Flash è oggi largamente irrilevante nel mondo delle tecnologie multimediali “standard” disponibili per il Web.
Lo sviluppo di Flash è un fatto storico che al tempo – nel lontano 1996 – rispondeva alla necessità di nuovi formati per i contenuti interattivi distribuiti tramite il protocollo HTTP, dice Adobe , e negli anni successivi Flash si è imposto come punto di riferimento per siti, sviluppatori videoludici, aziende e protagonisti piccoli e grandi della crescita del Web.
Oggi la situazione è radicalmente cambiata, sostiene la corporation, perché la suddetta community di sviluppatori e aziende ha largamente adottato la nuova infornata di standard promossi dal World Wide Web Consortium (W3C) come HTML5, WebGL e WebAssembly , tutte tecnologie pensate per estendere le capacità del linguaggio HTML rendendo interattività e responsività di un sito Web caratteristiche innate gestibili in maniera nativa dal browser.
Oggi Flash non è più necessario , dice quindi Adobe, e per questo la corporation garantirà il supporto al player multimediale sulle piattaforme supportate – rilasciando i soliti aggiornamenti mensili coordinati con il Patch Tuesday di Microsoft – solo fino alla fine del 2020 . Dopo quella data, Flash non verrà più distribuito, sviluppato o aggiornato in via ufficiale dall’azienda.
Neanche a dirlo, l’annuncio della fine programmata del lungo addio a Flash è stata colta dalle corporation che oggi controllano – o vorrebbero controllare – il Web come l’occasione giusta per riaffermare la loro partecipazione attiva all’uccisione del player multimediale. Google dirà “goodbye” all’integrazione di Flash in Chrome gradualmente e invita i siti che ancora ne fanno uso – il 17 per cento del totale – a usare tecnologie HTML alternative, Microsoft farà lo stesso con Edge e Facebook pensa a migrare tutti i suoi giochini interattivi verso le suddette tecnologie standard. Anche Mozilla eliminerà in maniera graduale il supporto a Flash.
La fine dei giorni del player multimediale farà certamente felici quanti lo considerano una delle minacce informatiche più gravi alla sicurezza del Web moderno , mentre ben pochi pensano a una soluzione per i contenuti che il mondo digitale rischia di veder svanire nel nulla a causa degli interessi aziendali delle corporation: oltre ai bug, ai banner ingolfa-CPU e ai passatempo su Facebook, Flash ha permesso negli anni di creare esperienze interattive e (soprattutto) videoludiche che vale la pena preservare ben oltre il 2020 .
Alfonso Maruccia