Adobe lancia ufficialmente il suo guanto di sfida ad Apple: “Che i giochi abbiano inizio”. Dal momento che, in atto , c’è una “guerra di sviluppatori” che ha come obiettivo il controllo del web.
Durante il Summit Web 2.0 il CEO di Adobe, Shantanu Narayen, ha chiuso la porta alla possibilità di vedere Adobe lanciarsi nel mercato dell’advertising e alla possibilità di vedere la sua azienda confluire in Microsoft. Ma le domande hanno provocato soprattutto sul consumo di batteria di Flash e sulla conflittualità che ha recentemente caratterizzato i rapporti con Apple.
Per quanto riguarda il primo punto Narayen ha sottolineato , riprendendo argomentazioni già sostenute , che “le performance di Adobe Flash sono alla pari se non migliori di quelle di altre tecnologie Web”, se utilizzato in combinazione con acceleratori GPU . Questo, per esempio, non avviene sui MacBook Air (anche se è in fase di testing nella nuova versione), cui Apple ha tolto Flash preinstallato.
Più di sfogo suonano invece le dichiarazioni sul recente “nemico” di Cupertino: Narayen ha parlato di un’azienda “chiusa e proprietaria” che si contrappone all’apertura di Adobe. Apertura che significa “disponibile e aperto sul Web”.
Lo stesso palco ha visto RIM togliersi qualche sassolino dalla scarpa nei confronti del concorrente con la mela morsicata. Il CEO Jim Balsillie ha risposto alle recenti dichiarazioni di Steve Jobs (che ha parlato del sorpasso ai suoi danni, e di Blackberry “non in recupero nel prossimo futuro”) dicendo che se fosse stato presente avrebbe detto al CEO di Apple “finalmente ti sei presentato” e, in generale, criticando l’approccio di Cupertino basato sulle applicazioni: “Per il Web – ha detto – non occorre un app”.
E per rilanciare la sfida a Apple ha riparlato del suo PlayBook Blackberry Tablet, che afferma essere per la navigazione 3 o 4 volte più veloce di iPad.
Claudio Tamburrino