Cambiano le cifre, cambiano le dimensioni delle aziende, ma restano i problemi. Adobe e AT&T hanno annunciato di aver iniziato le procedure per licenziare in totale quasi 13mila dipendenti , a causa della contrazione della domanda del mercato e in previsione della necessità di tagliare i costi per garantire un bilancio in nero il prossimo anno.
Saranno 12mila i dipendenti della prima azienda telefonica d’oltreoceano, circa il quattro per cento del totale, a dover restare a casa: i licenziamenti inizieranno a fioccare già da questo mese, e proseguiranno per tutto il 2009 . Al momento AT&T non ha voluto fornire informazioni più precise su quali attività vedranno le sforbiciate maggiori, ma ha fatto sapere che in questo modo conta di tornare ai livelli di spesa precedenti al 2008. Il costo delle liquidazioni, in ogni caso, si aggirerà sui 600 milioni di dollari.
Numericamente meno imponente, ma più significativo per le dimensioni per l’azienda, è il piano di Adobe: saranno 600 i lavoratori mandati a casa, circa l’ otto per cento del totale , con un costo approssimativo necessario alla ristrutturazione di circa 30 milioni. Dietro la decisione di Adobe di tagliare il personale, e ridurre le spese di rappresentanza ad esempio cancellando la propria presenza al prossimo MacWorld di gennaio, c’è la contrazione della domanda del suo pacchetto software di punta: Creative Suite 4, lanciato appena lo scorso settembre.
In entrambi i casi, comunque, le aziende hanno annunciato un ridimensionamento delle stime di guadagno per il trimestre in corso. Non si parla per il momento di perdite , ma le indicazioni che arrivano dal mercato fanno propendere per giocare in anticipo onde evitare spiacevoli sorprese. Al momento, sia Adobe che AT&T fanno segnare un parziale negativo alla Borsa di New York, comunque in linea con l’andamento odierno del mercato. ( L.A. )