Roma – Anti Digital Divide torna a parlare dell’omonimo progetto varato lo scorso agosto da Telecom Italia , ed esprime forti perplessità sull’iniziativa dell’incumbent.
Come ricorderanno i lettori di Punto Informatico, il progetto si prefigge di “rendere il servizio ADSL presente in modo capillare sul territorio nazionale, raggiungendo anche comuni di piccole dimensioni” con un collegamento avente velocità di picco downstream massima possibile pari a 640 Kbps e accessi disponibili limitati a circa 50/100 clienti. Si tratta di caratteristiche che, secondo ADD, non possono essere ritenute sufficienti a rendere realmente capillare la banda larga.
Considerare tutti gli utenti collegati ad una centrale abilitata come coperti dal servizio, afferma l’associazione in un comunicato , non basta, poiché sulla qualità del segnale possono influire vari fattori come attenuazioni, distanze eccessive, linee non correttamente configurate o scarse risorse in centrale. “Questo ci porta – incalza ADD – a prevedere che le aree coperte da queste MiniAdsl saranno discriminate, per ovvie ragioni, da interventi futuri di ammodernamento ma soprattutto saranno un pessimo boccone per potenziali WISP che vogliano investire in zona”.
Il rischio secondo ADD è quindi di non progredire con la diffusione del broadband e di bloccare i nuovi utenti dell’ADSL a 640 Kbit, inibendo loro la possibilità di fare un upgrade.
“Siamo fermamente convinti – continua l’associazione – che dare questo contentino sia un approfittarsi delle circostanze, che vedono i 56kappati (gli utenti Internet su linea analogica, ndr) impossibilitati a qualsiasi alternativa. C’è da dire, inoltre, che molte centrali previste risultano già interessate da forniture di banda larga via wireless, il che è un evidente segnale che Telecom finalmente ammette l’esistenza di un mercato di “serie B”, fino ad oggi snobbato e che, con un investimento minimo (costo del minidslam e basta) recuperabile in un paio di mesi nella peggiore delle ipotesi (tutti contratti con altri operatori) si ritaglia la sua fetta di mercato; tagliando ovviamente le gambe all’alternativa economica e tecnologica rappresentata dall’operatore wireless di turno”.
AntiDigitalDivide si dichiara comunque felice per gli utenti che saranno presto raggiunti da una connessione ADSL, seppur limitata alle velocità di 640k in download e 256 in upload, mentre in altre aree della Penisola si parla di connessioni a 20 Megabit. Allo scopo di mantenere l’aggiornamento delle proprie statistiche e monitorare l’andamento della copertura, ADD chiede infine agli utenti interessati di segnalare all’associazione gli sviluppi della zona di residenza ed il tipo di contatto avvenuto: “Sappiamo che alcuni hanno ricevuto dei precontratti, altri chiamano periodicamente gli operatori per aggiornarsi sullo stato dei lavori; verrà creata un’apposita sezione (del sito, ndr.) dove segnalare il modo da avere un monitoraggio più o meno puntuale della situazione reale”.
D.B.