ADSL: aumento del 10% dei prezzi per spingere la fibra?

ADSL: aumento del 10% dei prezzi per spingere la fibra?

Un emendamento alla legge di bilancio 2025 prevede di aumentare del 10% il prezzo delle connessioni ADSL a partire dal 1 gennaio 2025.
ADSL: aumento del 10% dei prezzi per spingere la fibra?
Un emendamento alla legge di bilancio 2025 prevede di aumentare del 10% il prezzo delle connessioni ADSL a partire dal 1 gennaio 2025.

Molti italiani aspettano una connessione FTTH per sostituire la vecchia linea ADSL, mentre altri non hanno ancora effettuato lo switch per vari motivi. Un emendamento alla legge di bilancio 2025, presentato dal deputato Carmine Fabio Raimondo di Forza Italia, prevede un aumento dei prezzi del 10% per tutti i servizi in rame a partire dal 1 gennaio 2025. L’Associazione Italiana Internet Provider (AIIP) ha fortemente criticato questa nuova “tassa in bolletta”.

Migrazione forzata alla fibra ottica

L’emendamento in questione aggiunge l’art. 76-bis (Ulteriori misure per il potenziamento di banda ultra larga) alla legge di bilancio 2025. L’obiettivo è accelerare la migrazione alle reti a banda ultralarga (almeno il 50% delle utenze entro il 2026 e il 100% entro il 2030), ma leggendo il comma 11 sembra evidente che questa accelerazione avverrà a spese degli utenti italiani che non possono passare alla fibra ottica.

A partire dal 1° gennaio 2025, per tutti i servizi in rame, in corso di erogazione è applicato un incremento dei prezzi pari al 10 per cento del valore complessivo.

Il successivo comma 12 stabilisce che la somma incassata servirà per istituire un fondo per lo switch-off necessario a coprire i costi sostenuti dagli operatori per la migrazione degli utenti verso le reti a banda ultralarga.

Secondo AIIP si tratta di una nuova imposta indiretta a carico di consumatori e imprese che non sono ancora raggunti da reti in fibra ottica. In pratica, se verrà approvato l’emendamento, dal 1 gennaio 2025 aumenteranno i costi degli abbonamenti ADSL. L’associazione evidenzia inoltre che il fondo potrebbe essere considerato un aiuto di Stato, in quanto solo un’azienda (TIM, ndr) possiede una rete in rame estesa su tutto il territorio nazionale.

L’emendamento stabilisce anche tempistiche più ridotte per il decommissioning della rete in rame rispetto a quelle definite da AGCOM con la delibera 114/24/CONS (entro il 2028), come evidenza Federconsumatori. Anche se non è disponibile una rete in fibra ottica oppure se non è stata effettuata la migrazione, gli operatori dovranno interrompere il servizio.

Sia AIIP che Federconsumatori chiedono il ritiro immediato dell’emendamento, invitando Governo e Parlamento ad affrontare temi così complessi con provvedimenti dedicati.

Fonte: Camera.it
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Pubblicato il
5 dic 2024
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