Roma – È terribilmente penalizzante, secondo AIIP , l’ offerta bitstream presentata da Telecom Italia in seguito all’approvazione della Delibera 249/07/CONS da parte dell’ Agcom . L’associazione dei provider osserva infatti che il listino bitstream ha prezzi da 10 a 20 volte superiori a quelli registrati nei migliori paesi europei. Si tratta di dichiarazioni che sembrano per molti versi certificare come la bitstream italiana ancor prima di partire sia già moribonda .
“L’offerta all’ingrosso di Telecom Italia che introduce il servizio bitstream – spiega AIIP – non rispetta i criteri fissati dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e perciò impedisce agli altri Operatori di competere con Telecom Italia stessa, ed anzi, rischia solo di compromettere ulteriormente la concorrenza nel mercato dei servizi a larga banda e della televisione su Internet (IPTV), vanificando gli innumerevoli sforzi dell’Autorità e della Commissione Europea per promuovere la concorrenza nel settore”.
Non c’è sorpresa in queste lagnanze, che hanno il sapore di un “come volevasi dimostrare”: all’indomani dell’approvazione della Delibera, e in attesa della pubblicazione dell’offerta, AIIP aveva espresso tutta la propria preoccupazione sulle possibili interpretazioni del provvedimento Agcom da parte di Telecom Italia, arrivando a diffidare l’incumbent dall’applicare un’offerta che non fosse allineata alle migliori condizioni applicate in Europa, la cui analisi è stata dettagliatamente documentata dall’associazione.
“Purtroppo Telecom Italia – constata ora AIIP – ha proposto prezzi che sono sino a 20 volte superiori a quelli praticati dai migliori incumbent in Europa, così rallentando ulteriormente lo sviluppo nel nostro Paese”.
L’associazione produce alcuni casi concreti: “Per esempio il prezzo per il trasporto di 0,85 euro/kbps/anno è quasi 20 volte superiore al prezzo praticato in Danimarca per lo stesso servizio (pari a 0,044 euro/kbps/anno), e ben superiore al prezzo che renderebbe replicabile in tutta Italia un servizio di IPTV analogo a quello di Telecom Italia, mentre il prezzo per singolo accesso ADSL di 10,30 euro/mese è superiore del 60% rispetto aquanto praticato in Danimarca, Belgio e Portogallo (in media 6,40 euro/mese)”.
La visione che AIIP ha del problema è abbastanza chiara: “O i costi di Telecom Italia sono effettivamente sino a 20 volte più alti dei migliori incumbent in Europa, ed in tal caso Telecom Italia sarebbe sino 20 volte più inefficiente, oppure i prezzi proposti non sono effettivamente orientati ai costi ma celano un altissimo margine in spregio alla normativa richiamata. Lasciano poi a bocca aperta una serie di balzelli per attività di riconfigurazione tecnico/amministrative ordini di grandezza superiori ad altri paesi, e la presenza di un’offerta ADSL a consumo, totalmente incompatibile con la logica di offerta orientata ai costi”.
La contabilità utilizzata per stabilire i costi di Telecom Italia, evidenzia inoltre AIIP, non è verificabile dalla concorrenza “perchè non è pubblica ed è basata su un modello top down (dove il costo del servizio è ricavato a partire dal bilancio complessivo di Telecom Italia) che è già stato abbandonato da altri Paesi in quanto opaco e non verificabile dal mercato”. In tali Paesi si è passati infatti ad una contabilità “bottom up” in cui il costo del servizio è pari alla somma delle sue componenti di base.
“Il settore delle telecomunicazioni – commenta ancora l’associazione – è uno degli elementi chiave per la crescita del PIL nazionale ed un bitstream correttamente orientato al costo potrebbe rappresentare il volano di una nuova ripresa”.
“Si rende necessario – conclude quindi AIIP – un intervento immediato dell’Autorità, per una attenta e celere revisione tecnica ed economica dell’offerta di Telecom Italia, che allinei le tariffe ai prezzi dei Paesi europei più evoluti, ove vige il criterio dell’orientamento al costo”. All’Authority l’associazione rivolge infine un’esortazione a seguire “l’esempio di quei Paesi Europei dove i costi dell’incumbent sono stabiliti tramite contabilità trasparente, con i fogli di calcolo pubblici e verificabili da chiunque”.
Dario Bonacina