Milano – Telecom Italia ha annunciato, all’inizio di aprile , la durata minima annuale dei contratti telefonici e di connettività, una decisione valida per i suoi utenti finali. Rimaneva però il nodo del mercato wholesale, sul quale l’azienda non si era ancora espressa, e che Telecom ha sciolto la scorsa settimana.
“In conformità a quanto previsto dal D.L. 31.1.2007 N. 7 convertito in legge, con modificazioni, dall’art. 1 legge 2 aprile 2007, n. 40 – si legge nel portale Wholesale dell’incumbent – Telecom Italia rivede come di seguito riportato le condizioni di recesso valide per gli accessi ADSL Wholesale di qualsiasi velocità:
– l’Operatore potrà richiedere in qualsiasi momento la cessazione dell’accesso ADSL Wholesale pagando i canoni relativi al solo mese in corso al momento della richiesta di cessazione, nonché il traffico sviluppato fino all’avvenuta cessazione del servizio;
– se il recesso avviene entro il primo periodo di durata contrattuale, Telecom Italia applicherà inoltre un costo di disattivazione pari a 35,40 Euro (IVA esclusa) una tantum. Tale costo sarà addebitato a partire dal 1° maggio”.
Sui costi di disattivazione richiesti dall’incumbent, com’è noto, si è scatenata un’aspra polemica : inizialmente le condizioni pubblicate da Telecom implicavano che gli utenti degli ISP alternativi, in migrazione ad altro operatore, si trovassero comunque a dover pagare a Telecom l’interno anno di abbonamento. Ridimensionata tale questione, restano le posizioni delle associazioni di consumatori che, come Altroconsumo e ADUC , hanno definito inaccettabili e ingiustificate le penali applicate da Telecom in caso di recesso entro il primo anno di utenza: la disattivazione, dichiarano, “è un’operazione semplice, fatta direttamente dalle centrali senza inviare alcun tecnico a casa dell’utente”.
E su questo punto i difensori del consumo continuano a sollecitare le Authority, dal momento che il pacchetto Bersani , pur non escludendo l’esistenza di costi di disattivazione, chiarisce che questi non possono essere gonfiati con spese non giustificate.
Dario Bonacina