ADSL e diritto di recesso, parte l'indagine

ADSL e diritto di recesso, parte l'indagine

Dopo le denunce dei consumatori si muove anche Agcom, che ha richiesto con urgenza informazioni e dettagli agli operatori. Recedere da un contratto non dev'essere un'odissea e non può costare decine di euro
Dopo le denunce dei consumatori si muove anche Agcom, che ha richiesto con urgenza informazioni e dettagli agli operatori. Recedere da un contratto non dev'essere un'odissea e non può costare decine di euro

Roma – Le modalità di applicazione del decreto Bersani da parte di ISP e operatori sono all’esame dell’ Autorità TLC , principalmente per quanto riguarda l’esercizio del diritto di recesso : l’Authority ha chiesto “informazioni urgenti” a cinque gestori per valutare i criteri di applicazione della normativa, ritenuti inaccettabili dai consumatori.

I gestori a cui si è rivolto il Garante sono Telecom Italia , Fastweb , Wind , Tele2 e Tiscali . Lo ha dichiarato lo stesso presidente dell’Agcom in una lettera al ministro dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, e alle associazioni di consumatori.

Nella comunicazione, il presidente Calabrò descrive le attività svolte finora dall’Autorità in merito all’applicazione della normativa sulle liberalizzazioni, che vieta a compagnie telefoniche e ISP l’applicazione di penali qualora il cliente intenda recedere da un contratto di telefonia. “Nel caso dei contratti ADSL flat – ha precisato Calabrò – sono state segnalate richieste di 40 o 60 euro come contributi per il recesso da parte dei principali operatori di telefonia fissa, modulate anche in relazione al periodo contrattuale in cui esso viene esercitato”.

I consumatori avevano evidenziato che, dall’entrata in vigore della normativa, alcune telco hanno stabilito di addebitare un balzello d’uscita ai clienti che recedono dal contratto, ravvisando una violazione dello spirito del pacchetto Bersani, mirato invece ad agevolare gli utenti intenzionati a cambiare operatore a propria discrezione.

Le richieste formulate dall’Authority, a cui le cinque aziende dovranno rispondere in tempi “molto brevi”, hanno l’obiettivo di “valutare la formulazione delle clausole contrattuali sulla facoltà di diritto di recesso, le modalità per la relativa informazione individuale, la congruità dell’eventuale lasso temporale richiesto per la sua effettività e le spese poste a carico dei contraenti”. Qualora gli operatori tardassero a rispondere all’Agcom, nei loro confronti saranno disposte specifiche attività ispettive .

Dario Bonacina

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Pubblicato il
3 mag 2007
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