Roma – Il cinema italiano sarà finanziato da banda larga e UMTS? Potrebbe essere questo il legame che unirà il mondo dello spettacolo alle telecomunicazioni nostrane: dopo l’annunciata proposta di tassare gli SMS , è in discussione al Senato l’emendamento 63.0.187 presentato dal Senatore Eufemi dell’UDC, finalizzato a promuovere lo sviluppo e la diffusione delle attività cinematografiche e di spettacolo attraverso “prelievi fiscali operati in relazione al fatturato degli Internet Provider derivante dai canoni di abbonamento per le connessioni a banda larga”.
La proposta prevede che il Governo, entro 18 mesi dall’entrata in vigore della temutissima Legge Finanziaria, possa apportare cambiamenti alla disciplina del prelievo fiscale e, per reperire le risorse da destinare al Cinema e allo Spettacolo, il Senatore Eufemi propone di tassare altri comparti. Una risposta alle lamentele del ministro Buttiglione: il successore di Urbani, titolare dei Beni Culturali, aveva minacciato le proprie dimissioni se non fosse stato ritirato o modificato il provvedimento che “taglia i viveri”, anzi i fondi, a disposizione del settore cinematografico. 200 milioni di euro in meno, una notevole penalizzazione, che ha portato all’ideazione di una “tassa di scopo”.
L’ Aiip illustra aree e settori in cui si ipotizza di effettuare il prelievo:
– i broadcaster nazionali e l’esercizio cinematografico, tassando il loro fatturato pubblicitario;
– le pay tv, tassando il fatturato derivante dagli abbonamenti;
– l’Home Video;
– l’Internet Providing, tassando il fatturato derivante dagli abbonamenti alla banda larga;
– la Telefonia Mobile, tassando il fatturato derivante dallo sfruttamento di prodotti cinematografici e audiovisivi.
Commenti aspri vengono dal senatore Ripamonti, capogruppo dei Verdi in Commissione Bilancio e dal senatore Cortiana, capogruppo dei Verdi in Commissione Cultura: “Siamo ormai al ridicolo: il Governo, nella Finanziaria taglia brutalmente le risorse che questo Paese investe nello spettacolo e nel cinema in particolare, e con un emendamento il parlamentare dell’UDC Eufemi, propone di investire sul FUS con una tassa indiscriminata su chiunque distribuisca tali prodotti: internet provider, comparto dell’home video, tv a pagamento, sale cinematografiche. La Casa delle Libertà deve chiarire se l’investimento nella cultura e nel sapere è una priorità per la crescita del Paese o se si tratta solo di trovare nuove mucche da mungere.”
In seguito ad un’attenta lettura dell’emendamento, l’AIIP “ritiene ingiustificato un prelievo fiscale su un settore, strategico per lo sviluppo del paese come quello delle comunicazioni, per favorirne un altro”, pur riconoscendone la bontà di intenti e dichiarandosi certa che lo scopo dell’estensore dell’emendamento fosse di permettere una più equa distribuzione dei proventi generati dallo sfruttamento dei diritti del cinema, a favore dello sviluppo dell’intero settore.
La convinzione dell’AIIP si basa sul fatto che, per gli operatori di telefonia mobile, è previsto che il prelievo debba essere legato al fatturato “con specifico riferimento allo sfruttamento del prodotto cinematografico e audiovisivo”. Una specificità che nella proposta di emendamento non è stata prevista per il settore Internet.
Il peso del prelievo, continua Aiip, graverebbe su operatori che già vedono i loro margini assottigliarsi, per effetto della riduzione dei costi al dettaglio della banda larga. Una riduzione non accompagnata da una ribasso dei relativi costi all’ingrosso da parte di Telecom Italia, questione più volte ricordata all’Authority . Difficile dire quale potrà essere l’impatto sulle tariffe se l’emendamento sarà approvato…
Dario Bonacina