Il Governo italiano ha più volte promesso che, entro la fine della legislatura, su tutto il territorio nazionale sarà disponibile l’accesso ad Internet a banda larga. Finché ciò non sarà, però, continueranno a verificarsi situazioni di drammatica esclusione sociale in piena era digitale, nell’unico periodo storico in cui contribuire realmente alla vita sociale di persone svantaggiate e svantaggiatissime è a portata di mano o, per meglio dire, di connessione. Quella che segue è la storia di Fabio P. , di Cappelle sul Tavo nei pressi di Pescara, un escluso dal broad band, uno di quelli che ne avrebbe più bisogno.
Fabio l’ha scritta in una lettera, una missiva che suona come un appello che ha poi trasmesso non solo all’ Unione contro la distrofia muscolare ( UILDM ) ma anche a tutti i principali operatori di telefonia, nonché all’Autorità garante delle TLC. E UILDM ha fatto proprio l’appello di Fabio e lo ha ribadito, trasmettendolo a sua volta ai carrier e provider. Una lettera rimasta fin qui inascoltata e che, per questo, Fabio P. ha voluto girare a Punto Informatico . La speranza di Fabio P. è di ricevere almeno una risposta, anche se negativa, alla sua lettera, alternativa “all’offensivo e umiliante silenzio che mi è stato riservato”.
Qui di seguito il testo della sua lettera
“Gentili signori,
sono un ragazzo di 29 anni, affetto da distrofia muscolare di Duchenne e da 11 anni vivo da recluso nella mia abitazione, tracheotomizzato e collegato ad un apparecchio per la respirazione. E superfluo dire che mi è precluso qualunque movimento. La mia sola possibilità di contatto con l’esterno è data dal computer e da internet ai quali accedo attraverso un mouse particolare, azionato a fiato.Ora il mio problema è rappresentato dalla mancanza di accesso alla banda larga ADSL nel mio territorio, pertanto le mie uniche possibilità di contatto sono condizionate dalla limitatezza della banda normale che con i continui ritardi e cadute di linea frustrano non solo quotidianamente, ma costantemente i miei tentativi.
Sono membro di una associazione e i contatti con tutti gli altri associati possono solo avvenire tramite Internet.
Come potete ben dedurre, sono anni che aspetto l’ADSL e quanto essa mi sarebbe di ausilio e sollievo.
Ho preso alcune informazioni per cercare di capire i motivi di questa carenza nel territorio.
Tutte le risposte avute dai vari operatori indicavano la mancanza di convenienza economica, da parte loro, per l’attivazione di tale servizio.Ora, essendo le telecomunicazioni una esigenza e un diritto sociale, soprattutto per gli svantaggiati come me, mi chiedo e vi chiedo: potreste attivarvi per rendere fruibile questo servizio anche a me?
Vi prego di acconsentire e trovare una rapida soluzione, soprattutto evitandomi la enorme fatica dover ricorrere ai media e magari anche, se praticabile, agli avvocati, con delle azioni che, oltre faticose e onerose per me, potrebbero ledere l’immagine dei gestori di telefonia mostrandoli del tutto insensibili ad un tale grido di aiuto, come sembrano essere stati fino ad ora.
Ringraziando anticipatamente e sperando in un cenno di risposta, ma pronto, in caso contrario a proseguire questa battaglia, porgo cordiali saluti
Firma del legale rappresentante.
Il sottoscritto è impossibilitato a firmare.
Punto Informatico ha trasmesso notizia di questa lettera agli operatori menzionati da Fabio P.. Sarà cura di questo quotidiano dare notizia di ogni sviluppo di questa situazione.
Al di là della situazione specifica di Fabio P., rimane naturalmente tutta da chiarire la situazione di divisione digitale in cui vivono i disabili italiani, e quanto la mancata copertura della banda larga incida sulla qualità della loro vita. Una questione sulla quale Punto Informatico intende presto ritornare.