Roma – Condannata a far sapere le cose esattamente come stanno. Questo, in estrema sintesi, il succo dell’ordinanza che riguarda Wind e le informazioni fornite agli utenti sulla copertura della banda larga . Il Tribunale di Roma ha infatti accolto un’azione inibitoria promossa dal Movimento Consumatori nei confronti dell’operatore per informazioni non veritiere trasmesse agli utenti.
Sul sito Libero.it , infatti, chiunque abbia inserito il proprio numero telefonico allo scopo di verificare se la propria area di residenza fosse coperta dall’ADSL, ha ottenuto risultato positivo, anche nell’eventualità che la copertura non esistesse.
L’azione del Movimento Consumatori ha quindi avuto come risultato la condanna di Wind, da parte del Tribunale di Roma, a informare correttamente gli utenti, correggendo il comportamento finora tenuto in quanto “lesivo degli interessi dei consumatori”. L’ordinanza impone all’operatore di fornire, all’utente che tramite Internet si informa circa la copertura in ADSL veloce del suo numero telefonico, “in ogni caso una risposta veritiera, ossia corrispondente alla reale situazione individuale dell’utente, e completa, con esito differenziato, in relazione alle diverse offerte commerciali dell’azienda, siano esse del solo servizio Internet o anche di fonia”. In buona sostanza, se un numero telefonico non risulterà coperto da ADSL, Wind dovrà ammetterlo.
“Questa sentenza – ha spiegato Laila Perciballi, del Movimento Consumatori – costituisce una vittoria per tutti i cittadini, perché per la prima volta il giudice ha condannato i comportamenti scorretti del gestore, per errata e scorretta informazione sulla effettiva copertura ADSL”.
Il giudice ha inoltre imposto al gestore, “per contribuire a ristabilire anche per il passato la corretta informazione, rimuovendo eventuali effetti pregiudizievoli delle violazioni accertate, la pubblicazione a cura e spese di Wind, per una sola volta, sui quotidiani a diffusione nazionale laRepubblica ed IlMessaggero di un avviso contenente il dispositivo di questa sentenza, con l’indicazione degli estremi del giudizio, dell’organo giudicante e delle parti a caratteri tipografici doppi del normale”.
Il termine, per modificare la procedura di interrogazione dal sito Internet per la verifica della copertura, nonché della pubblicazione del dispositivo della sentenza sui quotidiani, scade oggi.
Dario Bonacina