L’autorità antitrust del Canada (Competition Bureau) ha avviato un’azione legale contro Google. L’azienda di Mountain View è stata accusata di aver abusato della sua posizione dominante nel mercato dell’advertising online per creare un monopolio e ostacolare la concorrenza. La denuncia presentata al Competition Tribunal è simile a quella che ha portato al processo negli Stati Uniti e ai primi risultati dell’indagine avviata in Europa.
Google deve vendere due servizi
Il Competition Bureau ha avviato l’indagine nel 2021 per esaminare le pratiche adottate da Google nel mercato dell’advertising online. L’autorità antitrust ha determinato che l’azienda californiana sfrutta la sua posizione dominante per impedire a editori e inserzionisti di usare i tool concorrenti. Ciò è possibile perché Google gestisce l’intero ad tech stack, ovvero i servizi per acquisto e vendita delle inserzioni attraverso aste automatizzate.
In dettaglio, l’azienda di Mountain View offre Google Ads e Display & Video 360 agli inserzionisti, mentre gli editori devono usare DoubleClick For Publishers (DFP). Il sistema per le aste in tempo reale è Ad Exchange (AdX).
Lo stretto legame tra i tool ostacola la concorrenza, danneggia l’innovazione e incrementa i costi (meno profitti per gli editori). Per questi motivi, l’autorità canadese chiede al tribunale di imporre la vendita di DFP e AdX (combinati in Ad Manager), come in Europa e Stati Uniti. Google deve inoltre interrompere le pratiche anticoncorrenziali e pagare una sanzione amministrativa pari a tre volte il valore dei benefici ottenuti da tali pratiche o il 3% delle entrate lorde globali.
Dan Taylor, Vice Presidente del gruppo Global Ads di Google, ha dichiarato:
I nostri strumenti di tecnologia pubblicitaria aiutano siti web e app a finanziare i loro contenuti e consentono alle aziende di tutte le dimensioni di raggiungere efficacemente nuovi clienti. Google rimane impegnata a creare valore per i nostri partner editori e inserzionisti in questo settore altamente competitivo. La denuncia del Competition Bureau ignora l’intensa concorrenza in cui acquirenti e venditori di annunci hanno molta scelta e non vediamo l’ora di presentare il nostro caso in tribunale.