Bid for Position aveva chiamato in causa Google, AOL, Microsoft, Miva per violazione del suo brevetto 7.225.151 dal titolo “Sistema e Metodo per la gestione delle aste online”.
Secondo l’accusa i sistemi di advertising adottati da tali aziende violavano il suddetto brevetto, in particolare per l’ utilizzo di offerte d’asta per determinare il piazzamento dell’annuncio sulla pagina di ricerca .
Mentre l’accusa mossa nei confronti di Microsoft e Miva cadeva subito su decisione del giudice, il caso non è stato chiuso: ad essere chiamato in causa era il funzionamento di AdWords/AdSense di BigG e il Search Marketplace di AOL.
Nel caso in cui il funzionamento delle offerte messo in piedi dalle due aziende accusate fosse risultato per il giudice simile a quanto descritto nel brevetto di Bid for Position, le due sarebbero incappate in una violazione. Al primo grado il giudice distrettuale Jerome Friedman, aveva respinto l’accusa dando ragione a Gooogle e AOL, rilevando che vi erano importanti differenze funzionali nei sistemi adottati dalle due e quanto scritto nelle rivendicazioni.
Ora anche l’appello ha dato ragione ai due imputati e l’accusa di violazione brevettuale avanzata da Bid for Position è stata respinta.
Claudio Tamburrino