Budapest – Entro un paio d’anni potrebbe diventare obbligatorio per tutti i passeggeri degli aeroporti ungheresi far ciò che oggi è partita come sperimentazione, ovvero indossare al collo un chip RFID collegato ai sistemi di sicurezza dell’aerostazione.
A quanto riporta The Register la sperimentazione riguarda per il momento l’aeroporto di Debrecen ma non si tratta di una iniziativa estemporanea delle autorità ungheresi. Tutto ricade infatti nel progetto Optag , un consorzio finanziato dall’Unione Europea che attraverso lo University College di Londra, membro dell’iniziativa, ha portato al testing in quel d’Ungheria.
L’RFID che i passeggeri porteranno con sé è strettamente collegato agli altri sistemi di sicurezza del terminal aeroportuale, ad esempio le telecamere di sorveglianza. Il chip RFID, ben più potente e diverso rispetto a quelli comunemente utilizzati nelle applicazioni industriali o negli abbonamenti dei trasporti pubblici , secondo l’ingegnere Paul Brennan, che guida Optag, rientra in un progetto nel quale “gli aeroporti vengono dotati di un network di telecamere panoramiche combinate a lettori di RFID”.
Il chip, “leggibile” da appositi sensori in un raggio compreso tra 10 e 20 metri, con la possibilità di leggerne migliaia contemporaneamente, consentirà di attivare specifiche cam nell’aeroporto nel caso si voglia “approfondire” l’attività di questo o quel passeggero.
Ma questo è solo l’inizio: sebbene la sperimentazione già preveda l’associazione del nome del viaggiatore con uno specifico chip, Brennan spiega che in futuro l’RFID conterrà anche dati biometrici .
Stando a quanto riferito dalla BBC non mancano gli ostacoli, ad esempio quello relativo alla possibilità che due passeggeri si “scambino” gli RFID. Né mancano, però, le possibili applicazioni “rivoluzionarie”, come la possibilità di gestire al meglio un’emergenza o un’evacuazione, fino a “scovare” nell’aerostazione passeggeri che se la stanno prendendo troppo comoda e rischiano di perdere l’aereo.