Tokyo (Giappone) – Un robot in grado di cacciare le mine lasciate sul suolo afgano. Questa è l’ultima sfida che il Giappone sembra voler cogliere in queste ore.
Il paese nipponico, noto per i suoi prodigiosi robot giocattolo (e non), sembra intenzionato a mettere in campo un sistema meccanico basato su sei zampe oppure uno capace di strisciare come un serpente ma di più, in grado di fiutare le mine. Secondo l’agenzia giapponese Kyodo, saranno sette gli scienziati che si dedicheranno alla costruzione del nuovo robot.
I diabolici congegni sul suolo dell’Afghanistan, responsabili della morte o delle mutilazioni di una decina di persone al giorno, sarebbero un numero compreso tra i cinque e i dieci milioni, abbandonate negli anni un po’ da tutti, a partire da quelle sotterrate durante la decade di occupazione sovietica che si è conclusa nel 1989. E le operazioni di sminamento non solo costano moltissimo ma sono anche estremamente pericolose.
Resta da capire quanto lo sviluppo di un nuovo robot per le mine in Afghanistan possa accelerare un’operazione che altrimenti è destinata a durare dai sette ai dieci anni.
L’ultima perla della robotica giapponese era stato Asimo, un receptionist tutto fare realizzato dalla Honda e che ora sembra in grado addirittura di salire le scale, pare che abbia trovato un nuovo impiego presso il “Museo scientifico del futuro” a Tokyo. Come per IBM, che già nello scorso novembre aveva deciso di dotarsi di questo portiere al silicio e bulloni, anche il museo pagherà un “fee” annuo di 20milioni di yen (quasi 200mila euro).