AGCM sul 5G in Italia, tra criticità e normative

AGCM sul 5G in Italia, tra criticità e normative

L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nell'ultimo bollettino 2018, pone l'accento su possibili ostacoli alla diffusione delle reti 5G.
AGCM sul 5G in Italia, tra criticità e normative
L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nell'ultimo bollettino 2018, pone l'accento su possibili ostacoli alla diffusione delle reti 5G.

Nel bollettino che ha chiuso l’attività 2018 di AGCM un passaggio fa riferimento alla realizzazione delle infrastrutture del 5G attraverso le quali gli operatori andranno a erogare i loro servizi. Si parla di criticità rilevate all’interno delle normative stabilite a livello locale (dai singoli comuni o dalle province), regionale e nazionale, più precisamente a “limiti e divieti all’installazione di impianti di telecomunicazione” e “procedure amministrative di autorizzazione all’istallazione degli impianti difformi rispetto a quanto previsto dal quadro normativo statale”.

Insomma, regole e linee guida non conformi a quanto previsto a livello nazionale, che rischiano di impedire o rallentare l’accensione delle reti, ostacolando di fatto sia la concorrenza sia il processo di innovazione.

AGCM e il 5G: rilevate criticità

Il documento cita l’importanza nel garantire che anche gli operatori più piccoli e le new entry del mercato possano continuare a offrire i loro servizi, come è accaduto negli anni scorsi, contribuendo talvolta a contrastare la piaga del digital divide e i suoi effetti negativi su intere porzioni di territorio non raggiunte da altre tecnologie per la connettività.

Tra le criticità individuate, riportiamo dalla comunicazione, figurano “procedure amministrative farraginose di rilascio delle autorizzazioni” in particolare nelle zone rurali. L’invito alle autorità locali è dunque quello di conformarsi alle modalità e ai tempi previsti dalla Direttiva 2014/61/UE vigente in tutta Europa, così come a quanto stabilito nel Codice delle Comunicazioni Elettroniche del 2003 che qualifica gli impianti di telefonia come “opere di urbanizzazione primaria”, riconoscendone la pubblica utilità.

Anche porre ostacoli alla posa di antenne e celle nel nome di timori legati alla tutela della salute, più nello specifico per via dell’esposizione a campi elettromagnetici, secondo AGCM è fuori luogo se si fissano limiti più stringenti rispetto a quelli già descritti nella legge sul tema del 2001 (“Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi  elettrici, magnetici ed elettromagnetici”) e nel successivo decreto ministeriale datato 2003.

… alcuni regolamenti comunali e alcune ARPA fissano in modo ingiustificato limiti alle emissioni elettromagnetiche e di potenza, in difformità rispetto ai limiti stabiliti dalla normativa
nazionale, ostacolando così ingiustificatamente l’installazione di impianti di telecomunicazione nel territorio di cui trattasi.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nel suo intervento, non manca in ogni caso di elencare alcuni dei benefici legati all’avvento del 5G.

… tale tecnologia permetterà l’erogazione di nuovi servizi che, oltre alle comunicazioni interpersonali, interesseranno diversi comparti industriali, quali energia e utilities, manifatturiero, trasporti, sanità, agricoltura, automazione, servizi finanziari.

Il testo si conclude con l’invito a collaborare affinché non sia posto freno all’avvento dei network mobile di prossima generazione, scongiurando così il rischio di rendere vani gli sforzi fin qui profusi dal paese, tra i primi a intravederne le potenzialità e ad attivarsi per favorirne l’adozione.

L’Autorità auspica, di conseguenza, che tutte le amministrazioni interessate dai processi anzi descritti predispongano azioni concrete al fine di rendere più efficiente ed efficace il procedimento autorizzatorio per l’installazione di impianti di telecomunicazione.

Fonte: AGCM
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Pubblicato il
2 gen 2019
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