AGCM, l’ Autorità italiana garante della concorrenza e del mercato, ha proceduto ad una “richiesta di informazioni” rivolta ai tre dei quattro principali operatori mobili italiani (Wind, Vodafone e Tim) per verificare la correttezza della rimodulazione dei loro piani tariffari.
In particolare a non piacere all’autorithy è il fatto che Wind, Vodafone e Tim abbiano deciso di rimodulare le loro offerte ricaricabili prevedendo l’addebito del canone relativo al servizio ogni 28 giorni , invece che mensilmente: in pratica i piani tariffari sottoscritti dagli utenti con pagamenti attraverso ricariche avranno una durata inferiore rispetto agli omologhi precedenti.
Wind (da marzo) e Vodafone (da giugno) prevedono di adottare le nuove tariffe solo per le nuove sottoscrizioni di contratti, mentre Tim ha addirittura previsto da ieri la rimodulazione dei suoi addebiti anche per i piani precedentemente sottoscritti dagli utenti .
Per il momento, dunque, le fonti parlano di un fascicolo protocollato come DC8456, con il quale l’antitrust si limita a chiedere diverse informazioni ai tre operatori, ed in particolare il numero degli utenti coinvolti, le modifiche stabilite ai contratti stipulati, le ragioni alla base della scelta e l’elenco delle offerte interessate. Inoltre chiede copia di tutte le compagne pubblicitarie dei piani tariffari sottoscritto negli ultimi tre anni per verificare se fossero accompagnati dalla promessa che fossero “per sempre”.
Se le spiegazioni e le informazioni offerte dai tre operatori non saranno soddisfacenti, Agcm aprirà un’indagine ufficiale per appurare la presenza o meno di pratiche commerciali scorrette e della convergenza di azioni distorsive del mercato.
L’antitrust dovrà infatti verificare gli “effetti sulla concorrenza derivanti dalla concomitanza delle politiche tariffarie delineate, e in particolare gli effetti restrittivi sugli utenti di ricaricabili che in pochi mesi hanno visto drasticamente ridursi la possibilità di reperire sul mercato offerte di rinnovo automatico della tariffazione alternative a quella ogni 28 giorni”.
Ad interessarsi alla questione è anche Agcom , l’ Autorità italiana per le garanzie nelle comunicazioni, secondo cui le nuove modalità di tariffazione equivarranno ad un rincaro del 7 per cento sui costi annuali, a parità di canone. Agcom ha già ritenuto insufficienti le informazioni fornite da TIM agli utenti sull’intenzione di rimodulare le offerte già sottoscritte .
Secondo Agcom mancano le necessarie informazioni necessarie a permettere agli utenti eventualmente di godere del diritto di recedere dal contratto, passando ad altro operatore senza penali o costi di disattivazione. Per questo con delibera n. 463/15/Cons ha diffidato Tim al rispetto degli articoli 70 e 71 del codice delle comunicazioni e, conseguentemente, a prorogare di sessanta giorni, decorrenti dalla completa informativa agli utenti interessati, il termine per l’esercizio del diritto di recesso senza costi”.
Claudio Tamburrino