L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha dato il proprio placet al Piano “Italia a 1 Giga”, strumento di attuazione della strategia italiana per la Banda Ultralarga. Il viaggio “verso la Gigabit Society”, insomma, compie un altro passo grazie all’importante approvazione del’Antitrust: se un problema c’è stato in passato è stato proprio quello della concorrenza, in un mercato troppo a lungo bloccato dall’incumbent e troppo lento nel rispondere alle sollecitazioni esterne. Gli investimenti per lo sviluppo di una nuova infrastruttura non possono ora essere frenati da elementi di questo tipo e l’analisi AGCM risulta pertanto essenziale per l’effettivo raggiungimento di questo obiettivo.
Il placet è immediato e chiaro:
In via preliminare, si esprime apprezzamento in merito alla presenza di un piano organico di intervento basato su differenti pilastri (sostegno all’offerta, sostegno alla domanda, connettività pubblica) che possono congiuntamente sostenere il progetto di infrastrutturazione del Paese. […] Non può, dunque, che valutarsi positivamente la nuova strategia di Governo che intende garantire entro il 2026 una velocità di connessione delle reti fisse ad almeno 1 Gbit/s su tutto il territorio nazionale, in anticipo rispetto agli obiettivi europei, fissati al 2030. In tale contesto, l’Autorità ritiene necessario che il piano sia strutturato adeguatamente al fine di evitare rischi per la concorrenza. […] Le pregresse esperienze, difatti, portano a ritenere che si possa correre il rischio di distorcere la concorrenza, senza determinare un effettivo sviluppo dell’infrastrutturazione del Paese, non raggiungendo al contempo il requisito del “salto di qualità”.
Il passato scotta ancora e per questo motivo il Garante pone sul piatto una serie di cautele che il Piano Italia a 1 Giga dovrà soppesare adeguatamente all’interno dei propri interventi:
- Incentivazione della domanda
Sono espresse riserve in tema di Piano Voucher, visto che l’attuale modulazione ha favorito un operatore su tutti (scelto nel 70% dei casi) e non ha incoraggiato una concorrenza dinamica basata sugli investimenti; si richiede inoltre di abbattere gli strumenti di lock-in poiché inibiscono la possibilità di cambio rapido dell’operatore e vincolano a tecnologie vetuste; - Soglia di intervento
Gli investimenti devono essere ambiziosi per non diventare un collo di bottiglia che oggi simula innovazione, ma in realtà crea nuovi ostacoli destinati a ripresentare il conto entro breve: “l’Autorità ritiene che la soglia di intervento debba essere attentamente valutata al fine di evitare che l’intervento favorisca tecnologie meno performanti e con minore resilienza al futuro, ma meno costose. Infatti, come osservato per la fase I del Piano Voucher, la previsione di una soglia più bassa di velocità premierebbe solo le tecnologie meno costose (come le tecnologie FWA e misto ramefibra) e meno reattive ai cambiamenti futuri“; - Lotti di gara
Aspetto fondamentale del piano sia la giusta commisurazione dei lotti di gara con cui saranno messi a terra gli investimenti. L’obiettivo deve essere quello di incentivare quanto più la partecipazione alla gara; - Prodotti da rendere disponibili
“Quanto ai prodotti da rendere disponibili, si ritiene utile sottolineare l’importanza di un accesso passivo end-to-end disaggregato, in cui gli operatori possano gestire in autonomia anche i servizi di attivazione e manutenzione“; inoltre una miglior organizzazione dei dati consentirebbe minori costi amministrativi per tutti nel tentativo di arrivare alla giusta soluzione per il cliente finale; - Ritardi nella realizzazione dei piani di investimento
L’authority auspica infine l’introduzione di pesanti penali in caso di reiterati ed estesi ritardi imputabili all’aggiudicatario del lotto di gara. Con un’attenzione ulteriore: “sarebbe opportuno prevedere nei contratti di aggiudicazione la possibilità di estendere l’esecuzione del contratto a prestazioni ulteriori nelle aree contigue a quelle di aggiudicazione, per un massimo di 1/5 delle unità da connettere, al medesimo costo. Con tale opzione sarebbe possibile, in caso di inadempimento di altro aggiudicatario e/o di mancata attuazione del piano di investimento da parte degli operatori interpellati nella consultazione pubblica, provvedere al completamento della copertura senza ulteriori ritardi riconducibili alla necessità di indire una nuova procedura di erogazione dei contributi del Piano“.
La firma è quella del Presidente Roberto Rustichelli, Presidente AGCM.