L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) si è espressa favorevolmente sull’ inserimento del canone RAI direttamente nella bolletta dell’energia elettrica.
Con la riduzione del canone RAI da 113,50 a 100 euro, infatti, la Legge di Stabilità ha collegato la riscossione dell’imposta associata all’ipotetica ricezione del segnale televisivo, una delle più evase, alla bolletta elettrica.
Il tutto è stato naturalmente accompagnato da critiche e timori: oltre ai dubbi circa le modalità di riscossione (ovvero se in singola bolletta o suddiviso in più tranche) ed ai soggetti su cui ricade l’onere di pagamento, le associazioni di categoria e di tutela dei consumatori contestavano il rischio di confusione dato dall’assimilazione tra fornitura elettrica e il possesso televisore e dalle difficoltà nel distinguere in bolletta il costo effettivo della fornitura elettrica se sommato a quello dell’imposta.
Dando il via libera, Agcm pone naturalmente le sue condizioni, che sembrano tener conto di tali critiche ed afferma la necessità di accompagnare il cambiamento con “adeguate garanzie informative in favore degli utenti finali”.
Questo significa che l’introduzione del pagamento del canone in bolletta non debba rendere ancor più complicato per il consumatore la già articolata lettura della fatturazione dei servizi di erogazione dell’energia : dovrà insomma essere indicato chiaramente il prezzo pagato per i servizi di fornitura elettrica.
Il discorso di Agcm, in realtà, va oltre e, in concomitanza con tale riforma ed in vista della scadenza della concessione del servizio pubblico radiotelevisivo e della futura approvazione del nuovo contratto di servizio RAI, arriva ad auspicare una riforma complessiva del sistema televisivo “attraverso la riqualificazione della missione di servizio pubblico radiotelevisivo e mediante il riconoscimento di una maggiore indipendenza e autonomia gestionale della RAI, anche attraverso un assetto societario e organizzativo moderno fondato su regole di funzionamento societario che consentano di garantire l’efficienza e assicurare l’effettività del finanziamento pubblico”.