Tre procedimenti in corso, tre comunicazioni sul sito ufficiale: fervono i lavori in AGCOM, impegnata dal regolamento di recente attuazione a contenere la pirateria mediata dalla Rete. Se il primo procedimento si è concluso con una archiviazione , in quanto il detentore dei diritti ha ottenuto personalmente la rimozione della propria opera da un sito che la utilizzava senza autorizzazione, i procedimenti 04/DDA/GDS , 03/DDA/CA e 02/DDA/FP si prospettano un’occasione per dispiegare tutte le procedure e i poteri che il Regolamento affida all’autorità amministrativa italiana.
I tre documenti sono stati pubblicati sul sito di AGCOM per informare cittadini e fornitori di servizi Internet dell’avvio di questi procedimenti, “in ragione dell’elevato numero di destinatari che rende particolarmente gravosa la comunicazione personale”: si apprende che le prime tre istanze analizzate da AGCOM vertono sulla violazione dei diritti di opere cinematografiche “recenti e, in taluni casi, tuttora in corso di programmazione nelle sale”. Due muovono da segnalazioni effettuate da FAPAV (Federazione Tutela Contenuti Audiovisivi e Multimediali) in rappresentanza rispettivamente di BIM Distribuzione S.r.l., Eagle Pictures S.p.a., Lucky Red S.r.l. e Notorious Pictures S.p.a. e di BIM Distribuzione S.r.l., Eagle Pictures S.p.a., Filmauro S.r.l., Lucky Red S.r.l., Notorious Pictures S.p.a., detentori dei diritti di sfuttamento per l’Italia di numerose opere quali Jimmy P. , Divergent , Lei e 12 anni schiavo (il modulo di segnalazione consente di notificare la violazione di un massimo di 10 opere). L’oggetto sono i siti www.torrentz.pro e www.torrentdownloads.me , che non ospitano le opere ma offrono strumenti per agevolare le violazioni da parte dei netizen. Il regolamento AGCOM non risparmia infatti “ogni persona fisica o giuridica che carica opere digitali su reti di comunicazione elettronica rendendole disponibili al pubblico anche attraverso appositi link o Torrent ovvero altre forme di collegamento”.
Il terzo procedimento investe invece www.cineblog-01.net che, salvo emuli, parrebbe essere già colpito da inibizioni per diverse sue manifestazioni online, tutte evidentemente rivolte agli utenti italiani. In questo caso la segnalazione è stata inoltrata da Inthelfilm per l’opera Come il vento , e AGCOM ha affiancato questa istanza alle ulteriori 8595 violazioni segnalate sul dominio con diverse notifiche dall’attivissima FAPAV. Anche in questo caso non c’è traccia delle opere sul dominio: cineblog-01.net si propone come “un semplice servizio di catalogamento” che offre link a materiale che, si spiega sul sito, “per quanto ci concerne è autorizzato ad essere trasmesso dagli stessi siti che ne mettono a disposizione lo streaming e qualora così non fosse è responsabilità degli stessi siti di streaming cancellare il materiale protetto dalle loro vigenti norme sul diritto d’autore”.
Questi tre siti, tutti residenti su server esteri, non hanno reagito alle richieste di rimozione inviate ove possibile dai detentori dei diritti: AGCOM li ha presi in esame, ha raccolto indizi sui referenti, ha esaminato le opere a cui offrono accesso, rilevando che ciscuna delle istanze non risulta “irricevibile, improcedibile, inammissibile, né manifestamente infondata e che sussistano pertanto i presupposti, ai sensi dell’art. 6, comma 7, del Regolamento in oggetto, per l’avvio del procedimento”. E, vista l'”ipotesi di violazione grave e di carattere massivo”, è stata innescata la procedura accelerata di contenimento dei danni. I provider italiani sono chiamati ad intervenire, come il regolamento comanda .
I provider che forniscono l’accesso ai tre siti, avvisa ora AGCOM, non sono vincolati al blocco degli accessi dall’Italia ma possono iniziare a filtrare in anticipo sugli ordini di inibitoria che verranno eventualmente emessi nei prossimi giorni, “possono – scrive l’authority – adeguarsi spontaneamente alla richiesta del soggetto istante inibendo l’accesso alle opere oggetto di istanza”, comunicandolo ad AGCOM stessa, la quale provvederà all’archiviazione del procedimento in via amministrativa. Agli ISP viene dunque concesso un inaudito potere discrezionale che travalica il quadro normativo europeo, quello di scegliere se inibire o meno l’accesso a un sito : l’ISP, osserva l’avvocato Guido Scorza, stando alle condizioni contrattuali che stipula con i suoi utenti, è però impossibilitato a filtrare in assenza di un ordine ufficiale di inibizione.
Se poi i provider precedessero all’inibizione degli accessi, spontaneamente o su ordine dell’autorità, finirebbero per rendere inaccessibili non solo i contenuti che l’AGCOM ha riscontrato in violazione del diritto d’autore in seguito alla segnalazione dei soggetti istanti, ma anche una miriade di contenuti diversi, alcuni dei quali potrebbero essere stati condivisi legalmente, alcuni dei quali potrebbero violare i diritti di altri soggetti. Cosa accadrebbe se un giudice ritenesse legale la presenza online di uno dei contenuti bloccati per effetto dell’esecuzione dell’ordine di AGCOM?
I nodi che avvincono il regolamento AGCOM sono ancora tutti da sciogliere: non resta che assistere all’evolvere delle procedure avviate e dei ricorsi avanzati da consumatori, intermediari e servizi media, che sostengono la presunta illegalità delle responsabilità ora in capo all’authority.
Gaia Bottà