La lotta alla pirateria nel mondo dello streaming sportivo è ancora in corso e le istituzioni stanno cercando di migliorare tutte le strategie per combatterla in modo costante. Il commissario Massimiliano Capitanio di AGCOM ha annunciato, in occasione del Festival di Serie A a Parma, una nuova Piracy Shield 2.0. La nuova piattaforma colmerà le lacune dell’attuale mettendo ancora di più alle strette IPTV e Pezzotto.
Questa piattaforma ha fatto il suo compito molto bene – spiega Capitanio – ma oggi subisce il peso di tutta questa mole di dati. Mercoledì 12 verrà portata la relazione che metterà in luce come il percorso stia andando bene ma la mole di segnalazione sta creando timeout che non sono sostenibili. Sarà attuata fase 2 con nuova piattaforma entro fine anno, quella attuale sarà ampliata.
Da quanto dichiarato dal commissario AGCOM, è già da alcuni mesi che si sta studiando una piattaforma alternativa sulla base dell’attuale per riuscire a risolvere alcuni limiti che sono emersi nel corso del suo utilizzo. Domani dovremmo avere una relazione ufficiale sul cronoprogramma di questi lavori e speriamo anche di quali modifiche nello specifico si parla. I tempi sembrano molto rapidi tanto che si parla di avere pronta la nuova Piracy Shield entro la fine di questo anno.
Piracy Shield non basta, il problema è culturale
Il commissario AGCOM, Massimiliano Capitanio, non si è solo limitato ad annunciare una nuova versione avanzata di Piracy Shield, ma ha anche affrontato IPT e Pezzotto sotto una luce differente. Si tratta del prezzo degli abbonamenti e di un problema culturale che non copre solo eventi sportivi piratati, ma anche tanti altri settori come quello di libri, musica, film e serie TV. I listini degli abbonamenti probabilmente spinge gli utenti a cercare soluzioni non legali.
C’è un problema culturale che non è indifferente. Pochi giorni fa uscita notizia che su Telegram sono stati diffusi 360 milioni di email e password di iscritti ai canali che frequentavano prevalentemente siti illeciti che consegnavano dati per pezzotto e simili, c’è un problema culturale. Non entro nel merito dei costi degli abbonamenti, ma vengono scaricati anche libri a basso prezzo. È un problema culturale che non riguarda solo la pirateria, ma tanto di quello che avviene su internet.
Resta comunque indiscussa la sua posizione nei confronti di quegli utenti che si servono di IPTV e Pezzotto rendendo necessarie piattaforme come Piracy Shield e indispensabili provvedimenti certi. Capitanio continua:
L’ultimo fattore è quella delle sanzioni: è fastidioso multare l’utente finale? Sì, ma colpire piattaforme non è sufficiente. Se metto autovelox si capisce che c’è limite, oggi pirateria non si capisce. Da 150 a 500 euro con nuova normativa, è pronto un protocollo con Agcom, GDF e Procure e il passaggio finale sarà la sanzione all’utente finale.
Ultimo scoglio le VPN
Massimiliano Capitanio ha poi affrontato il tema pirateria denunciando un ultimo scoglio, quello che si nasconde dietro i temi di privacy e indirizzi IP. Il commissario AGCOM ha segnalato quanto oggi dietro le VPN si nasconda una rete di pirateria incredibile. Basta quindi Piracy Shield o servono normative che riducano il potere del tema legato a privacy e VPN?
Non posso sfidare la criminalità organizzata dietro i temi di privacy e Ip. Se ci sono sistemi che mi consentono di utilizzare questa libertà come stratagemma – conclude Capitanio – le norme devono essere adeguate: io segnalo che dietro VPN c’è traffico pirata, o tu ti fai promotore di rimuoverlo oppure ti prendi la responsabilità che tutto possa cadere. Se andate su Play Store e le prime sette applicazioni sono illegali, c’è qualcosa che non va. Sfatiamo il mito che la pirateria serva per abbattere i costi: anche le partite di Coppa Italia in chiaro su Mediaset venivano guardate da tantissimi utenti su piattaforme pirata.