Agcom ha rimandato al 25 novembre la decisione sull’intero pacchetto web tv, web radio e copyright . E il presidente Calabrò sembra voler aprire a norme meno stringenti.
Pur avendo già votato e approvato alcune regole relative alle web radio e alle web tv lineari (quelle con un palinsesto), prevedendo in particolare l’obbligo di dichiarazione di inizio attività con costi di autorizzazione a partire da 750 euro (mentre restava ancora da affrontare del tutto la situazione dei siti che offrono video on demand più che palinsesti), Agcom ha ora rinviato l’adozione del testo (prevista per oggi) che, probabilmente a fronte delle polemiche che ci sono state (portate in Parlamento dall’opposizione), verrà ridiscusso. E il presidente Calabrò, intervenendo al Consumers’ Forum , ha espresso , sembra, l’intenzione di valutare norme meno severe .
L’Authority deve trasformare in regolamento attuativo il decreto Romani , estendendo a web tv/web radio alcuni obblighi delle emittenti tradizionali . Tuttavia non è detto in quale misura essi debbano essere imposti, lasciando così all’Authority spazio di manovra per alleggerire la prospettiva di inquadramento delle spesso piccole realtà (appena) sorte in Rete.
Ora Calabrò ha parlato di norme per le TV su Internet “più puntute di quello che avevamo richiesto”, promettendo di applicarle, ma “sburocratizzandole” al massimo: il presidente ritiene che “non si può usare una mentalità del passato che manifesta solo un intento repressivo. Certamente è necessario reprimere la pirateria e tutelare il diritto d’autore, ma con mezzi moderni e attestandosi sul futuro”.
Claudio Tamburrino