“Il diritto alla libera circolazione del pensiero nelle nuove forme della tecnologia è indubbiamente un principio fondamentale per la società d’oggi, ma esso non può e non deve strangolare i diritti patrimoniali sulle opere dell’ingegno. Internet è un’autostrada, non è il pilota dell’automobile. Non è ontologicamente orientato: di per sé non è né il bene né il male”.
Così ha parlato il presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) Corrado Calabrò, intervenuto presso le Commissioni Cultura e Comunicazioni del Senato della Repubblica. Una lunga audizione, tenutasi questa mattina dopo che lo stesso Calabrò era stato convocato “sulle recenti problematiche emerse nel settore Internet in materia di diritti d’autore”.
“L’Autorità non ha la benché minima propensione a diventare lo sceriffo di Internet, come qualcuno ha paventato – ha spiegato Calabrò ai 23 senatori presenti tra le due Commissioni – né questo sarebbe semplicemente possibile. Agcom intende al contrario utilizzare tutto il suo expertise nel tentativo di affrontare innovativamente in maniera organica ed efficace il tema del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica”.
Calabrò ha successivamente ricordato i 60 giorni a disposizione per “un processo valutativo approfondito e realmente aperto a tutti i contributi e a tutte le voci della società civile”. Lo schema elaborato dall’Autorità – approvato lo scorso 6 luglio – starebbe riscuotendo all’estero vastissimi consensi , addirittura considerato come un possibile modello da imitare in paesi come la Francia e il Regno Unito.
L’audizione del presidente di Agcom è passata poi ad illustrare nel dettaglio i contenuti specifici della delibera, dalle iniziative di promozione di un mercato legale al periodo del contraddittorio legato alla rimozione di determinati contenuti. Predisposizioni già conosciute grazie al testo approvato agli inizi di questo mese. Calabrò si è poi avviato verso le sue conclusioni.
“Combattere una battaglia con armi inadueguate conduce ad una sconfitta sicura, per di più con dispiego di energie e, al contempo, avvalora il mantenimento di posizioni di retroguardia chiuse alla comprensione del fenomeno da contrastare. Sono sempre stato convinto che non si possa usare una mentalità ottocentesca, che andava bene per il cartaceo”.
“Ma questo non può costituire una giustificazione per non fare – ha continuato Calabrò – che il principio della rete libera si risolva in un Far Web , non è un esito degno di un paese che creda nel diritto anziché nella sopraffazione del più svelto e del più spregiudicato”.
“Il procedimento di rimozione dei contenuti sul web rimane irrispettoso delle prerogative dell’autorità giudiziaria e del diritto di difesa costituzionalmente garantito – ha sottolineato invece il senatore Vincenzo Vita – Sebbene il regolamento precisi che il nuovo procedimento è concorrente con e non sostitutivo di quello giudiziario, non è ancora scongiurato il pericolo della violazione del diritto dei cittadini di essere giudicati di fronte al giudice terzo ed imparziale”.
Il senatore Vita – che aveva già chiesto una moratoria per la delibera Agcom – ha poi sottolineato come il contestato decreto Romani fosse riferibile solo ai fornitori di servizi media, ben diversi dai fornitori di connettività . “È impossibile sostenere che un regolamento sul diritto d’autore, già dubbio di per sé per eccesso di delega, possa estendersi dai fornitori di audiovisivi all’intera rete Internet”.
Mauro Vecchio