Il consiglio dell’Autorità per le Comunicazioni ha approvato oggi all’unanimità il documento che contiene le regole sulle reti di nuova generazione Ngn, e avviato le procedure di sua competenza per la messa a punto del bando di gare per l’asta delle frequenze LTE.
La riunione sulle nuove regole era stata rinviata da dicembre , ma ora il consiglio è riuscito a redigere una versione da sottoporre a consultazione pubblica: nel documento sono illustrate (in linea con quanto stabilito dall’Europa in materia) le modalità di passaggio dal rame alla fibra. Si parla in particolare dell’ unbundling per la fibra a partire dal 2013 .
Previsto l’obbligo dell’operatore dominante di affittare ai concorrenti la propria infrastruttura come fa con il rame, anche se le condizioni sono diverse a seconda delle condizioni di mercato (se è presente o meno, cioè, un’infrastruttura alternativa in banda larga).
Come soluzione intermedia si stabilisce un regime di bitstream (servizio di interconnessione all’ingrosso), secondo cui se nell’area è presente un’infrastruttura alternativa in banda larga il bitstream deve essere obbligatoriamente offerto sin da subito a prezzi “equi e ragionevoli”, mentre se non vi è l’infrastruttura alternativa in fibra ottica il fornitore monopolista dovrà offrire il bitstream con prezzi orientati al costo. Telecom non avrà l’obbligo di offrire contemporaneamente unbundling e bitstream.
Per quanto riguarda l’estensione dell’obbligo di condivisione delle infrastrutture passive fino a casa dell’utente, pur sancendo la delibera 731/09/Cons “già l’obbligo di accesso alle infrastrutture di posa e anche della fibra spenta con riferimento alla tratta primaria e secondaria”, ora l’autorità propone di “estendere l’obbligo di accesso anche alla tratta di adduzione, quella cioè che completa l’accesso fino alla base dell’edificio dell’utente, e alla tratta di accesso alla centrale”. Anche se considera tale situazione obbligatoria solo a partire dal 2013 e limitatamente alle aree in cui è presente la sola rete in fibra dell’operatore dominante.
Oltre a parlare delle regole Ngn, Agcom ha parlato della questione delle frequenze, anche perché ha un ruolo nella gara di appalto per la loro riassegnazione. A legare più strettamente le due questioni l’auspicio dell’Authority che, nell’ambito della procedura per l’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze da destinare ai servizi di comunicazione elettronica mobili in banda larga, “possano essere messe a disposizione, oltre a quelle della banda a 800MHz, tutte le risorse frequenziali disponibili, parte delle quali sono attualmente in uso dal Ministero delle Difesa nonostante, da tempo, ne sia stata richiesta la liberazione, come del resto previsto dalla normativa comunitaria”.
A tal proposito ha proposto al Governo la costituzione di un comitato di ministri per coordinare la procedura relativa alla disciplina e al bando, “in considerazione del carattere di particolare rilevanza nazionale della gara stessa”, che potrebbe portare nelle casse dello stato “proventi stimati in 2,4 miliardi di euro”.
Claudio Tamburrino