“Parere in tema di misure per contrastare la c.d. pirateria informatica “: questo il titolo di un documento (5 megabyte in PDF) apparentemente firmato dal professore Valerio Onida, datato 27 ottobre 2011. 32 pagine che esplorano lo scenario italiano del diritto d’autore e sembrano ravvisare nei filtri una soluzione bilanciata alla circolazione illecita di contenuti protetti da diritto d’autore, su siti italiani ed esteri.
Alla violazione concorrerebbero non solo l’utente che carica i contenuti, ma anche il gestore del sito che li ospita, e altresì coloro che rendono accessibile il sito “prestando i servizi di connessione alla rete e di ricerca e selezione dei contenuti”. Coloro che sono a conoscenza della violazione e hanno i mezzi tecnici per operare “in quanto soggetti ai poteri di vigilanza dell’Autorità possono essere destinatari di ordini amministrativi intesi ad evitare che la violazione persista”. Il documento spiega che sarebbe “incongruo che non si potesse intervenire efficacemente nei confronti dei gestori di siti ubicati all’estero (fra i quali, com’è noto, si annida prevalentemente la “pirateria informatica”). In questi casi non v’è altra possibilità, per intervenire efficacemente, che agire nei confronti, oltre che dei diretti autori della violazione, se individuati, nei confronti di coloro che vi concorrono prestando i servizi di accesso e connessione alla rete utilizzati sul territorio nazionale”.
Il riferimento al documento è emerso in primo luogo in un articolo su La Repubblica . Punto Informatico non è per ora in grado di confermare la autenticità del testo, né la contestualizzazione in seno ad una esplicita richiesta formulata da AGCOM all’avvocato Onida, ma ha deciso di pubblicare il documento pur con tutte le cautele del caso per garantire una più ampia informazione e un più vivo dibattito.