Sotto la guida del presidente Angelo Marcello Cardani, il consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha approvato l’atteso schema di regolamento per la tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica. Frutto di “un’ampia e approfondita riflessione su tutti gli elementi acquisiti nel dibattito sviluppatosi in seno alla comunità d’interesse e dal confronto con i modelli di altri paesi europei”, il nuovo provvedimento di AGCOM vuole innanzitutto salvaguardare alcuni tra i principali diritti dei netizen tricolore, dalla libertà di manifestazione del pensiero al libero accesso alla rete Internet .
Come anticipato nelle scorse settimane, l’Autorità non ha alcuna intenzione di seguire il defunto modello francese, evitando di calpestare i diritti fondamentali degli utenti nella lotta alla proliferazione di contenuti in violazione del copyright. Il provvedimento di AGCOM si basa innanzitutto sull’adozione di efficaci strategie di educazione alla legalità – o promozione dell’offerta (legale) alternativa a quella pirata – per poi virare su più specifiche strategie di enforcement che mirino a colpire quelle “violazioni esercitate con finalità di lucro” o comunque i fenomeni più massivi della pirateria audiovisiva.
In sostanza , gli utenti finali ( downloader ) o le reti P2P saranno escluse dal perimetro d’intervento di AGCOM, che ha ora annunciato l’avvio di un periodo di consultazione pubblica (60 giorni) per garantire “il massimo coinvolgimento di tutti gli stakeholder e delle istituzioni interessate”. Verrà dunque istituito un comunicato tecnico in cui gli stessi stakeholder (e le istituzioni) saranno in grado di sviluppare “forme di autoregolamentazione per la diffusione di contenuti digitali legali, di monitorare l’applicazione del regolamento e di formulare all’AGCOM proposte di aggiornamento in relazione ai cambiamenti tecnologici e di mercato”, come si legge in un sintetico comunicato diramato dall’Authority tricolore.
In materia di enforcement, e quindi di procedimenti legali, AGCOM ha preferito una procedura breve – da 45 a 10 giorni – che rispetti i principi del contraddittorio per dar voce a tutti i soggetti coinvolti. L’Autorità potrà esaminare solo quei casi denunciati dai soggetti legittimati (titolari dei diritti) e solo in caso di esito negativo da una specifica richiesta di rimozione inviata al gestore di una pagina Internet . “Le misure proposte in consultazione sono quelle previste dal decreto legislativo n. 70/2003 (rimozione selettiva o disabilitazione dell’accesso ai contenuti illeciti) e saranno improntate a gradualità e proporzionalità, tenendo conto della gravità della violazione e della localizzazione del server”, si legge ancora nel comunicato di AGCOM.
Per il presidente di Confindustria Cultura Italia (CCI) Marco Polillo, la bozza di regolamento approvata da AGCOM potrebbe cambiare la storia dello sviluppo dell’economia digitale italiana. “Nelle prossime ore studieremo il testo e forniremo puntuali valutazioni nella fase di consultazione pubblica – ha commentato Polillo – Mi sembra tuttavia che lo schema contenga tutti i presupposti per operare una seria, efficace e non invasiva azione di contrasto alla pirateria online che consentirebbe l’inizio di una nuova era nello sviluppo dell’offerta legale di contenuti digitali”.
“L’impostazione data dall’AGCOM mi sembra in linea con l’obiettivo di colpire quelle iniziative illegali che danneggiano seriamente lo sviluppo dell’offerta digitale di musica – ha dichiarato il presidente di FIMI Enzo Mazza – Oggi, con un mercato della musica online che sfiora in Italia il 40 per cento e con un’offerta sempre più vasta è fondamentale colpire la concorrenza parassitaria di portali abusivi e su questo principio l’azione di Agcom, con il potere di richiedere agli ISP la disabilitazione dei siti, ovvero il blocco, potrà essere efficace, ad oggi i siti bloccati in Italia dalla magistratura hanno avuto un calo di accessi di oltre l’80 per cento”.
Mauro Vecchio