L’AGCOM ha diramato i dati raccolti dal proprio Osservatorio Comunicazioni, con il quale ha effettuato una fotografia dell’uso della Rete durante i mesi del lockdown. La situazione era del tutto particolare e poterla analizzare in prospettiva può dire molto circa le abitudini di consumo degli italiani, la redditività del comparto (soprattutto all’alba del percorso che potrebbe portare alla “One Network” nei prossimi mesi) e le politiche di intervento che si potranno portare avanti.
Report AGCOM: l’Italia durante il lockdown
Il report inizia con un paradosso tutto da analizzare:
Il settore delle telecomunicazioni ha registrato nei primi tre mesi del 2020 una flessione dei ricavi pari al 5,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e questo anche a fronte di un forte aumento del traffico dati giornaliero dovuto principalmente al più intenso utilizzo di contenuti video in streaming
La realtà è che il traffico non è tutto uguale e soprattutto non è tutto monetizzabile. Infatti “durante il periodo di lockdown per la pandemia da Covid-19 (marzo-maggio), l’aumento, sia per rete fissa che mobile, è stato attorno al 75% rispetto al corrispondente trimestre del 2019 ed ha riguardato sia il traffico in upload, sia quello in download“, ma di fatto si è trattato in gran parte di comunicazioni interpersonali o streaming (in parte gratuiti). Ciò non ha quindi corrisposto in aumento di mercato, ma soltanto in un momentaneo aumento dei volumi. I due parametri, che spesso andavano a braccetto, si sono separati procedendo su strade divergenti.
Particolarmente interessante è quanto correlato al mercato dei media: vivendo di pubblicità, gli editori hanno subito più di altri il contraccolpo del lockdown registrando forti aumenti nelle pagine viste, ma vedendo cadere gli introiti del 12,1% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Questo dato è forse il più pesante, essendo il mondo dell’editoria già sofferente in modo cronico.
Interessante, infine, il fatto che il numero di pacchi in circolazione abbia registrato un aumento del 29,2% rispetto allo stesso periodo del 2019, cosa che ben delinea l’andamento dell’e-commerce durante i giorni dell’isolamento e della ricerca spasmodica dell’acquisto online. Il vantaggio, in questo caso, è stato soprattutto per i negozi italiani infatti: “In relazione ai soli pacchi nazionali, l’effetto pandemia è stato più intenso: nel trimestre considerato (marzo-maggio) sono cresciuti del 35,3% rispetto allo stesso periodo del 2019 (+27,6% da inizio anno)“.