“L’Autorità non aspira a diventare lo sceriffo di Internet come qualcuno ha paventato, né questo sarebbe semplicemente possibile”. Così il presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) Corrado Calabrò, recentemente intervenuto nel corso di un convegno ospitato dall’Università Luiss di Roma.
Calabrò ha presentato i risultati di un’indagine conoscitiva dal titolo il diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica , già pubblicata alla metà dello scorso febbraio sul sito ufficiale di AGCOM. Un documento corposo, che aveva innanzitutto ricordato un’esigenza di riedificare il diritto d’autore in Italia, in modo da garantire un prezioso bilanciamento tra libertà d’espressione, equa remunerazione degli autori e un’adeguata tutela dei diritti dei cittadini della Rete.
“Un’efficace strategia di tutela del diritto d’autore non può prescindere dall’istituzione di adeguate forme di cooperazione con tutti i soggetti coinvolti della filiera – ha ora spiegato Calabrò – con gli Internet Service Provider in particolare”. Il presidente di AGCOM ha quindi sottolineato come la stessa “materia del diritto d’autore debba essere oggetto di un’autonoma riflessione legislativa a tutto campo”.
Tra i trend presentati nel corso del convegno romano, quello emerso da uno studio effettuato sul traffico a livello globale: il fenomeno della pirateria a mezzo P2P sarebbe in diminuzione. Precisamente, dal 40 per cento del 2007 al 19 per cento del 2009 . Mentre, in parallelo, sarebbe in crescita il numero di abbonamenti a banda larga.
Che – a detta di AGCOM – potrebbe voler dire: la crescita degli abbonamenti broadband allontanerà i cittadini dal P2P, facilitando la vita al mercato dei contenuti digitali legali. Calabrò ha comunque spiegato come la tutela del copyright sia di fondamentale importanza, puntando il dito contro i grossi motori di ricerca della Rete .
“L’utilizzazione gratuita della Rete consentita dai grossi motori di ricerca non solo sottrae introiti legittimi agli autori di contenuti e agli operatori di telecomunicazione – ha continuato il presidente di AGCOM – ma scoraggia altresì i forti investimenti che sarebbero necessari per sostituire il rame con la fibra”.
Mauro Vecchio