In un mercato orientato alla convergenza, una compagnia telefonica che dispone di una sola tipologia di rete (fissa o mobile) può verosimilmente trovarsi in una posizione di svantaggio. A questa conclusione è arrivata l’ Agcom , che al riguardo ha formulato alcune considerazioni nella premessa alla delibera con cui ha avviato un procedimento di analisi relativo al mercato della telefonia mobile.
Il procedimento, denominato “Identificazione ed analisi del mercato dell’accesso e della raccolta delle chiamate nelle reti telefoniche pubbliche mobili”, si prefigge tra obiettivi:
1. “definire il mercato dell’accesso e della raccolta delle chiamate nelle reti telefoniche pubbliche mobili”;
2. “valutare il grado di competitività e l’eventuale esistenza di operatori nazionali con significativo potere di mercato in detto mercato”;
3. “formulare previsioni in merito alla revoca, al mantenimento o alla modifica degli obblighi esistenti, ovvero in merito all’introduzione di nuovi obblighi”.
Dell’avvio del procedimento parla UltimoMiglio.news , il notiziario TLC di ADUC , che evidenzia alcune considerazioni formulate dall’Agcom contenute nella premessa del documento di delibera. “Il settore delle comunicazioni in Italia – sostiene l’Authority – è caratterizzato dalla presenza di alcuni operatori che dispongono di infrastrutture sia di rete fissa sia di rete mobile e di molti operatori dotati alternativamente di infrastrutture di rete fissa o di rete mobile”. Esiste quindi, sottolinea l’Autorità, un’asimmetria di dotazioni infrastrutturali che può comportare una mancanza di equilibrio tra i competitor nel mercato, o meglio – per usare le parole dell’Autorità – “differenti condizioni di partenza tra gli operatori nel gioco competitivo”.
Questo squilibrio non è mai stato un mistero per nessuno e le considerazioni dell’Agcom, più che altro, hanno un sapore di presa d’atto formale di una condizione ben conosciuta, essendo la ragione per cui offerte convergenti come Unica di Telecom Italia e Vodafone Numero Fisso hanno incontrato numerosi ostacoli nell’iter seguito per la loro introduzione sul mercato.
Sul “tavolo” degli argomenti da prendere in esame, oltre alle possibilità di convergenza, anche le recenti evoluzioni del mercato in tema di “operatore virtuale”, a riguardo del quale l’Authority avverte che “la conclusione di accordi con imprese di grande distribuzione, nonché la stipula di un unico accordo con un operatore di rete fissa attivo solo nei mercati rivolti alla clientela affari, seppure significativi, non possono essere considerati risolutivi delle criticità nei mercati dell’accesso alle reti mobili”. Il riferimento è alle partnership “da supermercato” ( TIM-Coop e Vodafone-Carrefour ) e all’intesa BT-Vodafone , ritenute interessanti, ma non sufficienti a considerare “aperto” il mercato della telefonia mobile italiana.
“Il procedimento – si legge nell’ Allegato A della delibera Agcom – si concluderà entro 180 giorni dalla data di pubblicazione della delibera di avvio del procedimento nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, fatte salve le sospensioni dei termini per le motivazioni previste all’art. 1, comma 5. In ogni caso, i termini del procedimento possono essere prorogati dall’Autorità con determinazione motivata”. Se tutto procederà senza intoppi, dunque, la conclusione avrà luogo dopo sei mesi dalla pubblicazione sulla G.U.
D.B.