Nel 2021 le connessioni in banda larga usate dagli italiani sono state 400 mila in più rispetto all’anno antecedente. Nello stesso periodo quelle in rame si sono ridotte di 1,8 milioni mentre quelle in fibra sono aumentate di 2,6 milioni: una vera e propria sostituzione tecnologica che segna il ritmo del cambiamento in questo processo di sviluppo della nuova rete ultrabroadband in cui agli operatori tradizionali si è affiancato il lavoro di Open Fiber. Le linee FTTC sono aumentate di 1,1 milioni, quelle FTTH di 800 mila unità. Aumentano di 239 mila unità anche le connessioni di tipo FWA.
Più banda larga…
Sono questi i dati che fotografano il 2021 delle telecomunicazioni all’interno dell’osservatorio annuale AGCOM, una annata che vive del traino del 2020 all’interno di una dinamica di reazione alla pandemia: DaD, smart working, streaming e servizi digitali hanno aumentato la cultura digitale degli italiani e la consapevolezza dell’importanza di sfruttare questo tipo di strumenti, portando così ad un nuovo tipo di domanda e a maggiori investimenti. Inevitabilmente, funge da traino anche l’avvento di DAZN e del calcio in streaming, fenomeno che ha la capacità di portare la banda anche dove fino ad oggi l’ultrabroadband non era considerato un bene sul quale investire.
Ne consegue un aumento generalizzato delle prestazioni e delle velocità:
le linee con velocità pari o superiori ai 30 Mbt/s hanno ormai raggiunto il 75% delle complessive linee broadband, corrispondentemente il peso di quelle con prestazioni superiori ai 100 Mbit/s è salito dal 16,5% al 59,4% del totale. La crescente capacità trasmissiva della rete si riflette ovviamente sull’andamento dei volumi: il traffico dati medio giornaliero nei primi 9 mesi dell’anno è aumentato del 21% rispetto al corrispondente valore del 2020 e, con riguardo al periodo pre-Covid, del 74,9% rispetto al periodo gennaio-settembre 2019. Corrispondentemente, i dati unitari di consumo (traffico per linea broadband) mostrano un aumento, trainato anche dalla progressiva diffusione dei servizi video in streaming, stimabile in poco meno del 17% sul 2020 e del 64,2% nei confronti del 2019.
Aumentano anche le SIM, ma questo volume incrementale è trainato in modo particolare dalle unità M2M utili per funzioni differenti da quelle legate alla tradizionale telefonia. TIM, Vodafone e Wind Tre si dividono il mercato, mentre Iliad si conferma quarto incomodo arrivando al 7,7% di penetrazione. Il traffico aumenta anche in mobilità:
il consumo medio unitario mensile di dati da inizio anno è stimabile in circa 12,3 GB/mese, in crescita del 29,3% rispetto al periodo giugno-settembre 2020, ma si evidenzia come tale indicatore risulti quasi quadruplicato rispetto al corrispondente periodo del 2017, quando il traffico dati unitario risultava essere pari a 2,57 GB mensili.
..e meno televisione
La TV, nel frattempo, perde circa il 7% di ascolti: sembrano essere soprattutto le fasce più giovani a spostarsi verso nuove modalità di fruizione, abbandonando il satellitare in favore dell’offerta in streaming. Segna il passo anche l’editoria quotidiana, con un calo per molti versi simile e parallelo a quello del mondo televisivo: solo nei primi 9 mesi del 2021 sono diminuite del 9% le copie cartacee vendute.
Se questi dati non sono una fotografia fedele di una enorme rivoluzione in pieno svolgimento, ben poco di manca.