Una nuova stoccata ai “big” giunge dall’AGCOM, con il Garante per le Comunicazioni Antonio Martuscello che torna sul tema focalizzando l’attenzione sulla necessità di un “pluralismo economico” che sembra dare vero e proprio valore pecuniario al concetto di privacy. Spiega Martuscello enunciando l’obiettivo dell’Authority:
garantire il pluralismo economico sul web promuovendo un mercato caratterizzato da una efficace tutela della privacy volta a evitare pericolose concentrazioni di potere da parte dei big players
L’approfondimento successivo esplica il concetto con maggior specificità, indicando nel doppio ruolo dei “big player” un rischio congenito del mercato attuale: gestire una grande mole di dati e farsi mediatori significa abilitare una perigliosa concentrazione di potere.
Pluralismo vs concentrazione
“Grandi quantità di dati sono nelle mani di un numero limitato di soggetti i quali hanno anche la facoltà di scegliere chi possa accedervi, spesso in cambio di un’utilità economica“, spiega il Garante ricordando che tali operatori si configurano come “i mediatori di questi aggregati, ossia coloro i quali sono in grado di analizzarne la portata“. E quando la concentrazione di potere è in atto, le conseguenze slittano facilmente da un contesto ad un altro riverberando le medesime distorsioni: “non hanno solo ripercussioni di carattere strettamente economico ma possono incidere anche sui sistemi democratici, in quanto il ‘controllore’ dei dati è capace di influenzare le decisioni dell’utente e persino la sua autodeterminazione“.
Il paradosso sarebbe pertanto a tutto tondo: “l’impiego di tecnologie, che dovrebbero assicurare la massima terzietà, rischia invece di tramutarsi in una discriminazione, inserendo addirittura gli individui in specifiche categorie di marketing“. Il mezzo diventa totalizzante, indirizzando il messaggio ed incidendo a fondo tanto sugli individui quanto sulle relative dinamiche di massa. La disamina di Martuscello è pertanto estremamente profonda, partendo dall’economia per entrare addentro a realtà ben più afferenti al singolo ed al suo essere individuo prima ancora che cittadino: “dobbiamo tenere in considerazione che al di sotto del digitale non ci sono minerali o altre materie prime da sfruttare, ma persone e quindi il nostro approccio deve essere necessariamente olistico, capace di garantire tutela della persona e della concorrenza“.
In qualità di Garante, Martuscello non può però limitarsi alla disamina critica, quindi chiude l’intervento con un una proposta – più di forma che di sostanza, ma sicuramente di grande prospettiva: “un mercato al servizio della privacy, in cui favorire un “pluralismo economico” anche sul web“.