Roma – Si preannuncia una nuova “spuntatina estiva” alle tariffe fisso-mobile. L’ Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni ha infatti fissato un nuovo processo di riduzione dei prezzi massimi praticati per la terminazione mobile (“Mercato 16”), che avrà inizio dalla prossima estate. Con lo stesso provvedimento, Il primo step porterà ad un primo taglio, che scatterà il primo luglio, alle tariffe di TIM , Vodafone e Wind . Non ancora interessata ai tagli, per il suo presunto status di matricola, TRE potrebbe essere coinvolta dal provvedimento nel corso dell’estate. Già nello scorso luglio , confrontandosi con pareri contrastanti espressi dalle associazioni dei Consumatori, l’Authority TLC aveva imposto un ritocco delle tariffe applicate sulle telefonate relative alle reti mobili, ad esclusione del più “giovane” dei quattro operatori attivi nel nostro Paese.
Secondo quanto comunicato dall’Autorità, con il provvedimento approvato la scorsa settimana, in merito a quanto concerne il “Mercato 16” (Servizi all’ingrosso di terminazione di chiamate vocali su singole reti mobili), le riduzioni previste porteranno le tariffe di terminazione al di sotto della media europea, con un risparmio per i consumatori, nel periodo di applicazione della delibera, che l’Agcom stima di almeno 1,5 miliardi di euro.
La nuova delibera sembra andare incontro all’ opinione che l’ Antitrust aveva espresso a fine luglio in seguito ai primi “tagli estivi”, che avevano portato a tariffe ritenute “non realmente orientate ai costi” e che presentavano “un consistente scostamento rispetto alla media europea dei prezzi di terminazione sulle medesime reti”.
L’analisi recentemente conclusa dall’Agcom, secondo una nota, ha portato all’individuazione, “per ogni rete mobile operante in Italia ed indipendentemente dalla tecnologia utilizzata (GSM o UMTS), di un singolo mercato nazionale, identificando i quattro operatori nazionali TIM, Vodafone, Wind ed H3G (l’operatore TRE, ndr) quali operatori dominanti per la terminazione sulla propria rete”. Ai primi tre è stato imposto il controllo del prezzo di terminazione, attraverso un sistema di riduzione programmata delle tariffe per il periodo 2006-2008 che prevede una riduzione annuale del 13% per TIM e Vodafone, e del 16% per Wind. A questi valori deve essere sottratta l’incidenza del tasso d’inflazione.
Dall’attuale tariffa al minuto applicata da TIM e Vodafone, di 12,10 centesimi di euro, dal primo luglio 2006 si passerà, con la nuova delibera, a 11,20 centesimi. Wind, invece, dovrà ridurre la propria tariffa dagli attuali 14,35 a 12,90 centesimi di euro al minuto. Ancora nessuna riduzione, quindi, per TRE, ma l’Autorità ha deciso di valutare l’applicazione del controllo di prezzo anche a quest’ultimo operatore entro il 31 luglio 2006. Il secondo e il terzo “step” di questo iter di riduzione avranno luogo rispettivamente in corrispondenza del primo luglio 2007 e del primo luglio 2008.
Senza alcuna distinzione tra operatori, invece, l’Agcom ha imposto gli obblighi regolamentari di trasparenza, di non discriminazione e di pubblicazione di un’Offerta di Riferimento che includa, oltre al prezzo del servizio di terminazione, anche le condizioni di interconnessione alla rete di ciascun operatore. Il provvedimento stabilisce infine l’obbligo, per TIM Vodafone e Wind, di predisposizione di un sistema di contabilità regolatoria al fine di verificare che le riduzioni programmate siano effettivamente orientate ai costi di produzione della terminazione.
Per quanto riguarda il “Mercato 11” (accesso disaggregato all’ingrosso- Unbundling e accesso condiviso), è convinzione dell’Authority che le riduzioni previste dal provvedimento “avranno un effetto molto positivo sulla concorrenza del mercato a vantaggio sia degli operatori, sia degli utenti, anche nell’ambito dei servizi innovativi e della larga banda”.
L’analisi dell’Agcom, come riferito nel comunicato diffuso dalla stessa Autorità, ha portato all’individuazione di un unico mercato nazionale dei servizi di accesso disaggregato ed accesso condiviso alle reti e sottoreti metalliche (il c.d. “doppino telefonico”) ai fini della fornitura di servizi voce e dati a larga banda, comprendente anche alcuni servizi complementari ed accessori, identificando Telecom Italia quale operatore notificato in tale mercato.
In virtù del nuovo provvedimento, il controllo tariffario dovrà essere realizzato attraverso un sistema pluriennale di programmazione, che prevede quattro differenti panieri dei servizi, distinguendo ad esempio tra full unbundling e shared access. Le tariffe disciplineranno anche i contributi di attivazione e di manutenzione. Per tutti i panieri è stata imposta una riduzione dei prezzi, per gli anni 2006 e 2007, pari al 4,75%, al quale andrà sottratto il tasso di inflazione: “In tal modo – riferisce l’Authority – si stima che il canone mensile del servizio di full unbundling risulterà, nel 2007, pari a 7,85 euro”. Un risultato che potrebbe soddisfare molti utenti, naturalmente nell’ambito di coloro che saranno tecnicamente in grado di fruirne perché raggiunti dalla copertura.
Anche in questo settore dovrà essere predisposto, da parte dell’operatore di riferimento (che in questo caso si identifica nella sola Telecom Italia), un sistema di contabilità regolatoria per verificare che le riduzioni programmate siano orientate ai costi dei servizi di accesso disaggregato.
Dario Bonacina