Dopo la bomba esplosa su Twitter, la nomina di Maurizio Décina per la prossima squadra dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) è stata ora ufficializzata dai vertici del Partito Democratico (PD). La fazione guidata dal segretario Pier Luigi Bersani ha poi rinunciato ad un secondo candidato nella corsa agli uffici di Via Isonzo, lasciando al Terzo Polo la candidatura del vicesegretario generale della Camera Francesco Posteraro .
Consigliere parlamentare dal 1979, Posteraro ha maturato esperienza nel settore delle commissioni bicamerali e d’inchiesta, oltre che nel settore legislativo presso il servizio commissioni. Restano in ballo – sempre in quota centrosinistra – Antonio Sassano, già consulente dell’Authority, e l’ex presidente RAI Roberto Zaccaria. Il Popolo della Libertà (PdL) ha invece candidato Antonio Martusciello e Antonio Preto .
Nel frattempo, dovrebbe essersi chiusa da pochissimo la fase di presentazione – con relativi CV – dei vari papabili per AGCOM. I responsabili di Agorà Digitale, in collaborazione con il senatore radicale Marco Perduca, hanno aperto l’hashtag cinguettante #opennomine per pubblicare tutti i nomi e i curricula dei vari candidati.
“Con questa iniziativa si denuncia anche la totale mancanza di trasparenza del processo di nomina, e delle procedure seguenti – si può leggere in un comunicato pubblicato da Agorà Digitale – meno di 24 ore per ogni parlamentare per visionare centinaia e centinaia di curricula!”.
Proteste anche da parte del leader dell’Italia dei Valori (IdV) Antonio Di Pietro, che ha invitato i suoi colleghi di partito a disertare l’aula nel momento delle votazioni. “L’Italia dei Valori è sempre stata contraria ad ogni forma di spartizione lottizzatoria dell’AGCOM da parte dei partiti – ha spiegato Di Pietro – proprio perché un organo di garanzia dovrebbe rimanere terzo rispetto al ruolo della politica. Vogliamo essere coerenti con noi stessi e manifestare il nostro dissenso nel modo più netto possibile, uscendo fuori dall’aula parlamentare al momento del voto”.
Mauro Vecchio