Un dettagliato quadro di valutazione pubblicato dalla Commissione Europea per illustrare tutti i progressi compiuti dai vari stati membri ad un anno esatto dall’avvio della cosiddetta Agenda Digitale. Un insieme corposo di dati e statistiche, messo a disposizione dall’Unione a tutti i soggetti interessati.
Un bilancio generalmente positivo, in particolare per quanto concerne l’uso di Internet, con il 65 per cento della popolazione UE connesso alla Rete . La Commissione del Vecchio Continente ha tuttavia sottolineato come in certi settori i progressi si siano rivelati piuttosto deludenti, soprattutto nella diffusione delle nuove reti superveloci a banda larga.
Stando al suddetto quadro di valutazione , si possono registrare risultati positivi in un utilizzo più regolare della Rete, nella speranza che si raggiunga il 75 per cento di cittadini connessi entro il 2015. Il 40 per cento dei netizen dell’Unione Europea effettuerebbe ormai acquisti online , mentre il digital divide dei vari stati membri è sceso di 4 punti percentuali.
Buoni risultati anche nel settore legato all’ e-government , con il 41 per cento dei cittadini comunitari ad avvalersi dei servizi online garantiti dalle singole pubbliche amministrazioni . Un ritmo decisamente incoraggiante, almeno per raggiungere il traguardo già prefissato – 50 per cento dei cittadini, 80 per cento delle imprese – per l’anno 2015.
“La banda larga di base è sempre più accessibile anche nelle zone remote – si può leggere nel comunicato diramato dai commissari del Vecchio Continente – ma l’effettiva diffusione e utilizzazione della banda larga superveloce si concentrano attualmente solo in poche zone, soprattutto urbane”.
I risultati peggiori sono stati invece osservati nel delicato settore del commercio elettronico transfrontaliero, lievitato di 0,7 punti percentuali (all’8,8 per cento) nel 2010. Male anche i prezzi del roaming internazionale, scesi di 1,5 centesimi di euro ma ancora tre volti più cari delle chiamate nazionali .
Promozione in chiaroscuro per l’Italia, applaudita in particolare per l’introduzione di strategie legate all’ e-gov . Il Belpaese è però tra i paesi con la più bassa percentuale di abitudinari della Rete (48 per cento). Limitato anche il generale livello d’adozione dell’e-commerce come possibile soluzione d’acquisto.
“Ad un anno dall’avvio dell’Agenda Digitale constato con piacere i progressi compiuti – ha spiegato il responsabile Neelie Kroes – Ma gli stati membri, l’intero settore, la società civile e la Commissione, noi tutti dobbiamo fare di più se vogliamo sfruttare appieno il potenziale dell’Agenda per conservare la competitività europea, stimolare l’innovazione e creare posti di lavoro e prosperità”.
Mauro Vecchio