È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo Statuto per l’Italia Digitale: dopo l’ approvazione da parte della Corte dei Conti per la sua ufficializzazione mancava solo questo atto.
Sulla lista delle cose da fare per implementare l’Agenda Digitale vi è ora la nomina della Commissione di indirizzo (che si prevede sarà formata da un rappresentante del Mise, uno del Miur e uno del ministero della Funzione Pubblica, insieme a due rappresentanti della Conferenza delle Regioni e del Tavolo permanente per l’Innovazione e presieduto da un rappresentante della Presidenza del Consiglio) e del Coordinamento Sistema Pubblico di Connettività (SPC), che detteranno strategia e regole all’Agenzia e ne monitoreranno l’operato.
Le scelte a proposito della prima commissione sembravano già essere state fatte e sembrava essere già pronto il decreto per le nomine: il nome sulle labbra di molti era quello di Filippo Patroni Griffi, sottosegretario alla Presidenza, nell’ambito delle attività della gestione corrente da parte del Governo uscente.
A complicare la vicenda, naturalmente, la crisi di Governo che ha portato all’avvicendamento di Renzi a Letta. Il nuovo esecutivo, infatti, dovrà decidere della questione, a partire dalla ratifica della nomina dell’attuale commissario Agostino Ragosa a direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale.
Per il momento, in ogni caso, Ragosa continua a lavorare ed ha annunciato che l’ obiettivo è quello di riuscire a coordinare con le Regioni l’utilizzo delle risorse ed ottenere tra i 13 ed i 15 miliardi di fondi strutturali europei, con l’80 per cento destinato al Sud , che “effettivamente ha bisogno – spiega Ragosa – di recuperare un ritardo sulle infrastrutture, i datacenter, il sistema pubblico di connettività, il fascicolo sanitario elettronico eccetera”.
Conseguentemente alla decisione del Governo uscente di accentrare la questione sotto la direzione della Presidenza del Consiglio, si va verso la centralizzazione dei temi del digitale. Come dice Ragosa: “I fondi possono anche essere gestiti non centralmente ma dalle Regioni; l’importante è che i vari piani regionali rispondano a una strategia unica”.
Per quanto riguarda invece la Commissione SPC, nella nuova versione dello Statuto sembra essere scomparsa, ma via Twitter Anna Pia Sassano ha spiegato che verrà “resuscitata”, in quanto prevista dalla norma primaria e dal verbale dell’ultimo Consiglio dei ministri.
A proposito di nomine, in attesa dei nuovi nomi lascia invece l’agenda digitale Francesco Caio, il commissario nominato da Enrico Letta ed incaricato di compilare l’ omonimo rapporto sulla situazione italiana in materia di connettività: le indiscrezioni danno ormai per certe le sue dimissioni .
Claudio Tamburrino