Con quello che si spera essere il rilancio definitivo dell’agenda digitale da parte del governo tecnico di Mario Monti, attraverso principalmente la cabina di regia annunciata e ufficializzata con la pubblicazione in Gazzetta , i soggetti ICT sono tornati a farsi sentire nella speranza che sia giunto davvero il momento per rilanciare in Italia lo sviluppo del settore.
L’avvio del nuovo corso è idealmente rappresentato della chiusura della prima riunione della cabina di regia per l’agenda digitale italiana, che ha visto la partecipazione dei ministri dello Sviluppo economico Corrado Passera, dell’istruzione Francesco Profumo, della Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi, della Coesione territoriale Fabrizio Barca, del sottosegretario all’Editoria Paolo Peluffo e dei rappresentanti del ministero dell’Economia e delle Finanze e della Coesione Territoriale. In questa sede è stato stabilito come arco temporale di riferimento per “la partenza” le prossime tre settimane, e si è deciso di proseguire attraverso la definizione di obiettivi specifici suddivisi in sei assi e gruppi di lavoro principali: e-government e open data, e-commerce, smart communities, alfabetizzazione informatica, ricerca e investimenti, infrastrutture e sicurezza.
Se i sei gruppi così definiti partiranno dal censimento delle iniziative in corso, d’altronde, il settore ICT italiano e gli osservatori vorrebbero schiacciare sull’acceleratore, vedere passi concreti (troppo spesso finora accantonati a favore di vuote dichiarazioni), rivedere il quadro normativo e approfittare della spinta verso le liberalizzazioni del nuovo Governo.
Stefano Parisi, in qualità tra l’altro di rappresentante di Confindustria Digitale, è tornato per esempio a chiedere che la questione della banda larga sia trattata come una priorità e che possa essere portata “a tutti entro il 2013” in modo tale da porre “l’ICT al centro della crescita”.
Le proposte delle associazioni del settore digitale
Le novità maggiori arrivano tuttavia dall’ intervento delle associazioni di categoria del settore digitale Agorà Digitale, Articolo 21, Associazione Italiana Internet Provider, Associazione Italiana per l’Open Government, Assoprovider, Altroconsumo, Istituto per le Politiche dell’Innovazione, Libertiamo, Stati Generali dell’Innovazione (Sgi) e lo Studio Legale Sarzana, che hanno presentato un totale di 15 proposte di emendamento al decreto liberalizzazioni, tutte più o meno ambiziose e che hanno già ricevuto in queste ore la sottoscrizione di uno schieramento trasversale di parlamentali.
Fra le proposte più deflagranti spiccano, per esempio, l’abolizione del monopolio SIAE sull’intermediazione dei diritti d’autore; fra quelle che sembrano meglio seguire le intenzioni del Governo , invece, la diffusione del software libero nella PA (con il ricorso al software proprietario esplicitamente preso in considerazione solo come eccezione), e l’eliminazione del beauty contest per l’assegnazione delle frequenze digitali (abolizione dell’articolo 45 delle legge numero 88 del 2009 che stabilisce la strutturazione di tale forma di aggiudicazione dello spettro e la conseguente realizzazione di una gara a base onerosa).
Rilevanti, inoltre, appaiono le misure proposte in materia di libertà di praticare sconti per le imprese che vendono libri ed ebook (un passo indietro, insomma, sulla discussa normativa introdotta in Italia pochi mesi fa), l’introduzione nelle biblioteche di strumenti e contenuti digitali e una delega al governo per la “riforma del diritto d’autore in linea con lo sviluppo dell’economia digitale” e nell’ottica di “una diversa circolazione dei diritti online”. In modo da “arginare – spiega l’avv. Guido Scorza – la pirateria e promuovere il mercato dei contenuti digitali”.
I Bambini! Qualcuno pensi ai bambini!
L’esordio della cabina di regia, peraltro, ha in parte coinciso con la giornata europea della sicurezza online, dedicata quest’anno ai minori: così i discorsi relativi allo sviluppo del settore si sono idealmente intrecciati con quelli legati alla normativa di settore e alle possibili minacce.
Paolo Peluffo, sottosegretario alla Comunicazione, ha per esempio invocato la necessità dell’impegno “a portare il tema della sicurezza dei minori nella agenda della cabina regia sulla agenda digitale”: questo, dice, dovrebbe avvenire attravero il dialogo intergenerazionale, dal momento che da un lato si può in questo modo “aumentare la partecipazione alla rete” e, dall’altro, “evitare che nascano crimini nella rete che vanno puniti con durezza”.
A collegare ancora più strettamente i due discorsi è poi anche l’intervento nel corso del convegno di “Save the children” del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabé, che ha chiesto , in generale, regole diverse per la Rete, nell’ottica della tutela della privacy e delle libertà individuali: “Con l’evoluzione della rete sono emersi elementi positivi e negativi su cui oggi è necessario riflettere. La rete è nata per rompere le barriere ma poi lo spirito anarchico ha finito col prevalere”, per cui ora “difendere l’autonomia della rete trova un oggettivo limite nella libertà individuale, nella protezione dei dati”.
Claudio Tamburrino