Il comitato ristretto della Commissione Trasporti e telecomunicazioni della Camera ha approvato il testo unico sui “servizi elettronici e digitali”: rappresenta un disegno di legge bipartisan che accorpa le proposte di legge Pd-Udc, Pdl e Lega in materia di sviluppo tecnologico.
Mentre, dunque, il Governo Monti ha provato ad intervenire con il decreto “Misure urgenti per la crescita del Paese” ed affidando alla nuova “Agenzia per l’Italia Digitale” il compito di gestire il settore ICT dell’amministrazione pubblica e di attuare gli obiettivi dell’Agenda Digitale, il parlamento tenta di trovare una proposta di legge in grado di mettere d’accordo le diverse parti politiche e che possa servire da base per la presentazione degli emendamenti in vista dell’approvazione definitiva del testo.
Accanto a contributi a favore delle famiglie per l’informatizzazione e ad alcune modifiche al codice delle comunicazioni elettroniche volte soprattutto a semplificare la burocrazia, i punti principali su cui è strutturato il testo uscito fuori dalla contrattazione sono tre: favorire la digitalizzazione della pubblica amministrazione, trovare i fondi per le infrastrutture di settore e sostenere le startup.
Per quanto riguarda il primo punto la legge prevede una serie di incentivi per lo sviluppo dei servizi digitali , da erogare annualmente su iniziativa del Governo con particolare attenzione alla digitalizzazione in tutti i settori della pubblica amministrazione. Inoltre alle PA vengono imposte soluzioni basate su software libero, protocolli e formati aperti .
Per le infrastrutture, invece, il testo prevede per Comuni e Province esenzioni fiscali ad hoc nella costruzione di impianti di comunicazione elettronica in fibra ottica e istituisce presso i Comuni un Catasto delle infrastrutture civili in fibra ottica esistenti: una necessità impellente per il censimento delle strutture finora attive e dunque indispensabile per la pianificazione futura .
Sul fronte startup, e in particolare nei confronti di quelle definite “innovative”, il testo prevede una serie di incentivi e l’istituzione di un “Fondo per l’Italia”, destinato all’assunzione di diverse quote di fondi di investimento, cui possono partecipare sia soggetti privati che pubblici: secondo le intenzioni del disegno di legge, il fondo dovrebbe partire con una dotazione di 30 milioni di euro per l’anno 2013, 40 per il 2013 e 50 milioni per il 2015.
Nel testo non trova invece spazio, dati i problemi che questo rischia di causare rispetto alla normativa europea ( come successo a Francia e Lussemburgo), una disposizione proposta per ridurre l’aliquota di imposta sul valore aggiunto per il commercio elettronico.
Claudio Tamburrino