Il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli ha incontrato a Bruxelles il vicepresidente della Commissione Europea e commissario all’Agenda Digitale Neelie Kroes. Si è trattata di un’occasione importante in vista del semestre italiano di presidenza UE, un incontro per raccogliere i diversi punti di vista da valorizzare durante la sua guida .
Con il suo turno di presidenza, insomma, l’Italia intende mettere al centro del dibattito i temi dell’Agenda Digitale, dalla creazione di un mercato unico delle telecomunicazioni al roaming zero, passando per la questione della net neutrality , tema di scottante attualità da quando la FCC statunitense ha deciso – tra polemiche e discussioni – di rimetterci mano.
Quello dell’impegno sul fronte del digitale, d’altronde, sembra destinato ad essere uno dei temi di punta delle prossime elezioni europee: a tal proposito proprio Neelie Kroes ha elegantemente ammonito tutti i candidati, sottolineando come “essere digitale” significhi molto di più di avere un tablet o un account Twitter, significa aver consapevolezza di come il mondo sta cambiando, di come internet e le tecnologie online stiano trasformando la realtà, nonché di avere la capacità di fare previsioni che permettano di guardare oltre, fino almeno al 2020, “abbracciando il cambiamento, non solo a parole”.
Attention all those after EU top jobs: being “digital” is about more than iPads and Twitter https://t.co/Xc4M3um2Bo
– Neelie Kroes (@NeelieKroesEU) May 8, 2014
Peraltro sul tema digitale, con l’Italia a guidare il dibattito, non si potrà non parlare della Web Tax e della questione dell’assegnazione delle frequenze tv dell’ ex beauty contest , che rischia ancora di far subire all’Italia una nuova procedura di infrazione per mancanza di pluralismo (l’unica manifestazione di interesse è arrivata dal gruppo Cairo Communication).
Si tratterà , inoltre, di un’occasione importante per mostrare i passi avanti fatti dal Governo italiano nella revisione della sua strategia in materia di digitalizzazione della pubblica amministrazione (PA) e alle infrastrutture di banda larga .
A marzo , infatti, la Commissione UE aveva sollevato 351 rilievi al testo italiano per la gestione dei fondi europei 2014-2020 destinati a banda larga e digitalizzazione della PA e bocciato la strategia italiana di spesa: troppe – riteneva – le lacune dell’impostazione generale apparentemente priva di una regia nazionale e troppo vaghi le motivazioni, gli obiettivi e le tempistiche delle azioni per la banda larga. Così, Bruxelles aveva chiesto al Governo italiano di rimetterci mano. Tra i primi nuovi impegni assunti da Roma, quello di investire sulla banda larga e ultra larga almeno 7 miliardi di euro nel prossimo quinquennio, di cui 5-6 derivanti da fondi pubblici, di riuscire a portare entro il 2020 fibra ottica e WiFi in tutte le scuole e connessioni di almeno 100 Mbps in tutti gli uffici pubblici.
L’Europa, a riguardo, ha in queste ore presentato una guida agli investimenti in materia di broadband.
Claudio Tamburrino