All’indomani delle dimissioni di Mario Monti dalla carica di Presidente del Consiglio e del conseguente scioglimento delle Camere, gran parte dell’attenzione mediatica si è riversata sui futuri progetti dell’ormai ex-premier e del programma politico che porta la sua firma. A tal proposito, da qualche ora è disponibile online la cosiddetta Agenda Monti , un manifesto programmatico che presenta anche una sezione dedicata all’innovazione digitale del Belpaese.
Nel paragrafo intitolato Italia 2.0: l’Agenda digitale , inserito all’interno del capitolo dedicato alle misure da adottare per favorire la crescita economica italiana, si fa menzione delle “opportunità offerte dalle tecnologie ICT” per recuperare i ritardi accumulati dall’Italia. Poche righe che costituiscono più che altro una dichiarazione di intenti che, in gran parte, richiama le misure contenute nel decreto ribattezzato Crescita 2.0 recentemente divenuto legge .
Un testo che spiega le misure adottate per favorire la digitalizzazione della pubblica amministrazione , i progressi compiuti per favorire l’attuazione dell’ Agenda Digitale italiana, accompagnate da raccomandazioni generiche circa la necessità di proseguire il lavoro avviato e rafforzarlo lungo quattro assi: connessioni infrastrutturali a banda larga e ultra larga, smart communities e smart cities , introduzione degli open data nella pubblica amministrazione, diffusione del cloud computing .
Un documento che, come rilevato da diversi osservatori, presenta passaggi interessanti e al contempo alquanto generici rispetto alla alla necessità di declinazione degli stessi in progetti, idee e indirizzi di governo. Una prova, secondo alcuni , del sostanziale ritardo digitale che lo stesso Mario Monti dimostra di non essere riuscito a recuperare per essere effettivamente in grado di fronteggiare il complicato processo di attuazione delle più che positive dichiarazioni di principio.
Nel frattempo, si rincorrono le voci circa l’apertura di un account Twitter che farebbe capo al senatore a vita, profilo che, tuttavia, necessiterebbe di un accredito maggiore vista la presenza di altri account molto simili tra loro. Al momento, l’unico profilo attendibile è quello registrato a nome dell Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Cristina Sciannamblo