Milano – I meccanismi di blocco e protezione introdotti da Apple e Google per i rispettivi dispositivi mobile costituiscono un deterrente importante contro i furti: da quando sono stati implementati correttamente, soprattutto su iOS, cercare di forzare l’attivazione un dispositivo bloccato da remoto è molto difficile se non impossibile. Quasi impossibile: ci sono novità, partorite dall’indiano Hemanth Joseph , che ha mostrato per primo come fare ad aggirare le protezioni apposte da Cupertino agli iPad.
Il meccanismo scelto da Apple lega i device all’Apple ID, ovvero una combinazione di email e password che garantisce accesso ai possedimenti cloud di Cupertino ivi compreso iTunes e tutto ciò che riguarda iOS: legando un iPhone o un iPad a un Apple ID si può tracciarne la posizione, rintracciarlo in caso di smarrimento, cancellarne il contenuto e bloccarlo da remoto in caso di furto . In quest’ultimo caso , se lo smartphone o il tablet vengono bloccati da remoto è necessario inserire di nuovo le credenziali Apple ID originarie per farlo ripartire: un sistema che scoraggia decisamente chi pensi di rubarne uno, ma che ora pare sia aggirabile almeno a bordo iPad.
Per riuscire a sbloccare un iPad è necessario seguire i seguenti passaggi : durante l’attivazione bisogna specificare di voler configurare una rete wireless manualmente, inserendo come nome della rete e come password due stringhe di testo talmente lunghe da mandare progressivamente in blocco il dispositivo. A quel punto, ruotando in orizzontale il tablet e usando una cover si può mandare in modalità “sleep” l’iPad: riaprendo la cover si dovrebbe tornare all’attività appena lasciata, ma in realtà quello che accade è che per un attimo viene mostrata la schermata principale dell’interfaccia , un istante prima che riappaia l’immagine che invita a collegare l’iPad a un PC o Mac per riattivarlo, e premendo il tasto Home nel momento giusto si riesce ad aggirare la protezione realizzata da Apple.
L’hack è stato già segnalato ad Apple lo scorso 4 novembre, e l’azienda sarebbe a lavoro per risolvere il bug. I test effettuati hanno permesso di replicare la procedura su dispositivi equipaggiati con la versione 10.1.1 del sistema operativo mobile di Cupertino: naturalmente è efficace sui tablet e non sugli smartphone, visto che nel caso degli iPhone non è prevista di default la versione orizzontale dell’interfaccia (con le eccezioni del modello Plus), e soprattutto non è prevista una cover attiva.
Luca Annunziata