AgID, candidati alla selezione

AgID, candidati alla selezione

Tra richieste di trasparenza e dubbi sulle spese finora sostenute, parte il processo di selezione per la direzione dell'Agenzia per l'Italia Digitale dopo la rinuncia di Poggiani
Tra richieste di trasparenza e dubbi sulle spese finora sostenute, parte il processo di selezione per la direzione dell'Agenzia per l'Italia Digitale dopo la rinuncia di Poggiani

All’indomani della formalizzazione delle dimissioni di Alessandra Poggiani dalla direzione dell’AgID, sono pervenute al ministero della Funzione Pubblica 189 candidature per sostituirla, 125 dei quali hanno autorizzato la pubblicazione del nominativo.

Nella lista dei 125 che hanno dato l’autorizzazione, diffusa dal ministero senza curriculum od informazioni anagrafiche, ci sono Nello Iacono, (Stati Generali dell’innovazione), Massimo Melica (avvocato), Paolino Madotto (direttore Cefirst- università di Roma Tor Vergata) e Stefano Stegani (amministratore di Airgrid Network) e Vittorio Bertola, unico italiano che ha lavorato in ICANN. Mancano invece personalità come Stefano Quintarelli o Paolo Barberis, al momento rispettivamente parlamentare e consigliere per l’Innovazione della Presidenza del Consiglio.

Tra tutti loro verrà scelto il nuovo vertice dell’agenzia che, spiega il ministro Madia, ha il compito di proseguire il percorso “avviato da Poggiani ma anche da Francesco Caio mantenendo le tre priorità: fatturazione elettronica, anagrafe unica e identità digitale”.

Questo dovrebbe rappresentare il primo passo sulla strada della trasparenza: caratteristica del processo di selezione invocata a gran voce (anche con una petizione ), soprattutto perché al momento appaiono rimanere “ampi margini di discrezionalità dell’autorità competente nella scelta del candidato più idoneo”.

I rappresentanti del progetto Stati Generali della Memoria digitale chiedono maggiore trasparenza nei criteri di selezione , principio che deve essere mantenuto sia rispetto alla tecnologia e agli Open Data, ma che deve essere anche “alla base delle regole che gestiscono e normano lo svolgimento dei processi nelle PA centrali e periferiche, a maggior ragione se il processo in questione riguarda l’elezione del nuovo direttore dell’AgID”.

Anche la trasmissione Presi per il Web (Radio Radicale) ha lanciato un appello ai parlamentari, chiedendo di far pressione sul ministro Madia affinché si impegni per agire attenendosi a procedure verificabili. A rispondere per primi sono stati Antonio Palmieri (FI), che invoca una più stretta collaborazione con una figura di riferimento nel Governo, e Mirella Liuzzi (M5S).

Proprio quest’ultima, poi, sempre dai microfoni di Radio Radicale, ha paventato la possibilità di presentare un esposto alla Corte dei Conti per verificare le spese finora sostenute dall’AgID , in particolare in merito alle consulenze legali sostenuti per l’acquisto dei nomi a dominio pagopa.it e pagopa.com e per “sull’acquisto di software proprietari da parte dell’Agenzia che invece dovrebbe promuovere l’open source”.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
16 apr 2015
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