UPDATE: Alessandra Poggiani ha formalizzato le proprie dimissioni: resterà in carica fino alla nomina del nuovo presidente, il cui processo di selezione è già stato avviato . “È stata un’esperienza straordinaria – ha dichiarato Poggiani – grazie alla collaborazione di tutti i colleghi di AgID e dell’intera squadra di governo siamo riusciti in poco tempo a rendere operativa la macchina, mettere a sistema tutti i cantieri aperti, approvare un piano di lavoro concreto e misurabile al 2020 e realizzare primi risultati tangibili, come lo switch-on della fatturazione elettronica e l’avvio operativo del sistema di identità digitale. Il mio più sentito ringraziamento va al Ministro Madia e ai colleghi di AgID con cui anche domani continueremo, come sempre, a lavorare senza interruzioni”.
Roma – Alessandra Poggiani non ha ancora rassegnato ufficialmente le proprie dimissioni dalla dirigenza dell’Agenzia per l’Italia Digitale, ma le polemiche si sono già sollevate, tra dichiarazioni riesumate e precisazioni, tra le motivazioni della rinuncia all’incarico e le perplessità per il futuro dell’istituzione reinventata dal governo Monti con il decreto Digitalia.
Poggiani era stata nominata direttore di AgID nel mese di luglio 2014: secondo quanto riferito ad alcune testate giornalistiche, rassegnerà le proprie dimissioni al ministro Madia nella serata di oggi. “Il motivo per cui dimetto è che ho ora l’opportunità di portare l’innovazione sul territorio, nella mia Venezia, la città a cui sento di appartenere – ha spiegato Poggiani a Repubblica – per cambiare l’Italia non basta fare buone politiche a livello di governo se poi non le portiamo sul territorio”. Il direttore dimissionario di AgID, dunque, accetterà una candidatura nella lista PD in Veneto in vista delle prossime regionali, a fianco di Alessandra Moretti.
Rispetto è nel fatto che voglio solo provare a ridare alla mia cittá quello che posso. Il resto è fuffa @massimo_russo @wireditalia
– Alessandra Poggiani (@la_pippi) 28 Marzo 2015
Il resto è bollato da Poggiani come “fuffa”, a partire dalle dichiarazioni raccolte da Wired a metà marzo, e pubblicate solo nelle scorse ore, che descriverebbero Poggiani come demotivata da una mancanza di coesione all’interno dell’agenzia di cui reggeva le redini e da risultati che non corrisponderebbero alle aspettative, anche per l’atteggiamento degli addetti ai lavori e le dinamiche connaturate al Palazzo, con “la stratificazione di norme e competenze tale che tutto diventa impossibile” e con “il digitale ancora ritenuto una questione tecnica e non una priorità, trasversale a tutto il resto”.
Poggiani, prendendo le distanze dalle dichiarazioni confidenziali riportate da Wired , si concentra invece sui risultati positivi conseguiti nei mesi della direzione di AgID: “Non è vero che non si possono cambiare le politiche per l’innovazione: lo dimostrano i due piani appena varati dal governo, Crescita Digitale e Strategia Ultrabroadband”, piano che evidentemente non ritiene “assai limitato” come riportato da Wired , ma anche la fatturazione elettronica per la PA, pronta all’entrata in vigore e il progetto dell’anagrafe digitale.
Poggiani rimarrà in carica fino alla fine del mese di aprile, fino alla nomina del suo successore: il direttore dimissionario sembra prospettare lo scenario di un nuovo bando per individuare il proprio successore. Dal mese scorso, però, si vocifera della possibilità di ripensare dalle basi l’Agenzia per l’Italia Digitale, magari accentrando potere decisionale e competenze presso Palazzo Chigi: fin dallo scorso mese Poggiani aveva riferito a riguardo di aver “capito che è parte del lavoro quando si ha un incarico pubblico: sapere che più che al merito delle cose l’interesse si focalizza sui retroscena, sempre infondati e molto romanzati”.
Gaia Bottà