Il Bitcoin è in caduta libera, le altcoin non hanno retto l’urto e l’inverno delle criptovalute ha congelato gli entusiasmi a livello globale. Una ricerca commissionata da Trade Republic ha voluto indagare però il mercato crypto sul territorio nazionale ed il risultato indica ancora non poca attenzione a questi asset da parte degli investitori italiani.
Del resto quando si tratta di investire si tratta di scegliere e il momento è complesso su tutti i fronti. Gli italiani, secondo quanto scaturito dalla ricerca condotta da Censuswide, ritengono che i maggiori margini di profitto possano arrivare proprio dalle criptovalute, dalle materie prime o dagli immobili. L’alternativa è l’azionario, tenuto in minor considerazione in virtù dei venti di recessione che stanno comprimendo le quotazioni, oppure il semplice deposito bancario, dove però l’inflazione rischia di seminare forti danni nel giro di poco tempo.
Italiani e criptovalute
Le intenzioni di investimento degli italiani sarebbero oggigiorno così distribuite:
- criptovalute (33%),
- azioni italiane (22%),
- fondi comuni di investimento (19%),
- immobili (18%),
- obbligazioni (17%).
Noi di Trade Republic vogliamo rendere le opportunità offerte dai mercati finanziari accessibili a tutti, consentendo ai nostri clienti di costruire ricchezza a lungo termine per il proprio futuro, e le crypto stanno diventando uno strumento diffuso in tal senso. L’appetito verso questa categoria di prodotti continua a essere alto, ma è molto importante affidarsi a piattaforme regolamentate e tenere le criptovalute sempre all’interno di un portafoglio ben diversificato, specialmente se non si ha grande esperienza alle spalle. Inoltre, crediamo sia importante monitorare l’evoluzione di questo segmento, in particolare tasso di adozione e capitalizzazione di mercato di criptovalute sia tradizionali che emergenti
Emanuele Agueci, Country Manager Italia di Trade Republic
Ad aver maggiormente creduto fin qui nelle criptovalute è stato soprattutto il sud Italia, probabilmente in cerca di riscatto e di nuove forme di investimento su cui riversare anche soltanto piccole cifre. In generale l’investitore italiano maggiormente predisposto a futuri investimenti in questo tipo di asset è maschio, di età compresa tra 18 e 45 anni e cerca presumibilmente in questa soluzione una alternativa alle incertezze che stanno imperversando sui mercati tradizionali in conseguenza del post-pandemia e degli eventi bellici in corso.
In Italia, dove per cultura nazionale il valore della prima casa rimane intonso nelle ambizioni dei cittadini, le criptovalute sembrano ricoprire un ruolo peculiare che risponde alle speranze di guadagno in un momento tanto complesso della finanza internazionale. Il Bitcoin cade, del resto, ma anche l’Euro e l’azionario non se la passano benissimo: con i venti di inflazione che imperversano, dunque, anche la propensione al rischio viene ad assumere connotazioni nuove e non sempre facilmente intelleggibili.