Oltre 150 dirigenti di aziende hanno inviato una lettera alle istituzioni europee (Commissione, Parlamento e Consiglio), evidenziando le conseguenze dell’eccessiva regolamentazione dell’intelligenza artificiale attraverso la legge nota come AI Act, approvata dal Parlamento il 14 giugno. Si tratta ovviamente della tradizionale attività di lobbying che viene avviata nel tentativo di ottenere modifiche al testo, come già fatto (con successo) da OpenAI.
AI Act: sovranità tecnologica in pericolo
La proposta di legge per regolamentare l’intelligenza artificiale era stata annunciata dalla Commissione europea il 21 aprile 2021. Nel frattempo sono arrivati i modelli generativi, tra cui i noti GPT-3.5 e GPT-4 usati da ChatGPT, quindi i legislatori hanno inserito specifici obblighi, come l’indicazione relativa all’uso di contenuti protetti dal copyright per l’addestramento dei modelli.
Nella lettera, firmata da Siemens, Renault, Heineken, TomTom, Airbus e altre note aziende europee, viene sottolineato che AI Act “metterebbe a repentaglio la competitività e la sovranità tecnologica dell’Europa“. Questo sarebbe vero soprattutto per l’IA generativa.
In base al testo attuale della legge, le aziende che sviluppano i cosiddetti LLM (Large Language Model) dovrebbero sopportare costi e rischi sproporzionati, quindi sarebbero costrette ad interrompere lo sviluppo dei modelli e portare il loro business fuori dall’Europa. Ciò avrebbe conseguenze negative per la sovranità tecnologica e causerebbe un aumento del gap rispetto agli Stati Uniti.
I firmatari ritengono che la legge non dovrebbe essere basata sul livello di rischio, in quanto si conosce ancora poco sui rischi reali, il modello di business e le applicazioni dell’IA generativa. Sarebbe meglio costituire un gruppo di esperti che valuti i rischi all’avanzare della tecnologia. Le aziende chiedono quindi ai legislatori di modificare la legge prima dell’approvazione definitiva.
Dragoș Tudorache, uno dei parlamentari coinvolti nello sviluppo della legge, ha dichiarato che la lettera è stata firmata dalle aziende sotto la spinta di una lobby aggressiva di pochi soggetti. Il testo finale verrà redatto in totale trasparenza con la collaborazione dell’industria.