Consiglio e Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo sull’AI Act. In attesa di conoscere il testo definitivo arrivano i primi commenti dalle parti interessate. Le critiche maggiori provengono dall’organizzazione europea dei consumatori (BEUC), mentre DigitalEurope evidenzia i maggiori costi per le PMI. Soddisfatta invece l’industria musicale italiana (FIMI).
Critiche da consumatori e aziende digitali
Secondo BEUC, gli aspetti positivi dell’AI Act sono due, ovvero il divieto del social scoring (classificazione dei cittadini in base ai loro comportamenti sociali, come avviene in Cina) e la possibilità per i consumatori di presentare un reclamo presso un’autorità pubblica contro un sistema di intelligenza artificiale o chiedere un risarcimento collettivo se un sistema di intelligenza artificiale causa danni di massa.
L’organizzazione sottolinea diversi aspetti negativi. I sistemi IA possono identificare le emozioni dei consumatori (il riconoscimento è vietato solo sul luogo di lavoro e nelle scuole). Non sono invece presenti regole per i giocattoli e gli assistenti virtuali che sfruttano l’intelligenza artificiale (dovrebbero essere considerati ad alto rischio). Per quanto riguarda i sistemi di IA generativa non è previsto un controllo di terza parte e gli obblighi di trasparenza sono limitati.
DigitalEurope, associazione che rappresenta oltre 45.000 aziende europee attive nella trasformazione digitale, aveva evidenziato le conseguenze negative per le PMI e le startup, suggerendo una regolamentazione per gli usi ad alto rischio. Invece, il rispetto dell’AI Act comporterà un aumento dei costi a svantaggio dell’innovazione. Le piccole aziende, che non hanno risorse sufficienti, spenderanno più soldi in avvocati che nell’assunzione dii ingegneri.
Sono state invece ascoltati i suggerimenti della FIMI per quanto riguarda i contenuti protetti dal copyright usati per l’addestramento dei sistemi di IA generativa. Il CEO Enzo Mazza ha dichiarato:
L’Europa ha messo la firma su un importante strumento per il futuro dei contenuti musicali nell’era dell’intelligenza artificiale. Le previsioni per i sistemi di IA per scopi generali (GPAI) e i modelli GPAI che dovranno rispettare i requisiti di trasparenza come proposti dal Parlamento sono un’ottima notizia. Questi includono la stesura di documentazione tecnica, il rispetto della normativa UE sul diritto d’autore e la diffusione di riepiloghi dettagliati sui contenuti utilizzati per l’addestramento. Un passaggio epocale, per il quale da un lato dobbiamo ringraziare i relatori del Parlamento EU – come l’italiano Brando Benifei – e dall’altro il Governo italiano che ha raccolto l’appello della filiera del diritto d’autore sostenendo queste posizioni nel Consiglio UE.