Secondo il rapporto annuale AI Index 2024 dell’Institute for Human-Centered AI dell’Università di Stanford, i sistemi di intelligenza artificiale hanno compiuto progressi significativi in termini di parametri tecnici, risultati della ricerca e investimenti commerciali. Tuttavia, nonostante l’AI abbia superato le prestazioni umane in aree come la classificazione delle immagini, il ragionamento visivo e la comprensione della lingua, fatica ancora ad eguagliare l’uomo in compiti più complessi come la matematica avanzata, il ragionamento di buon senso e la pianificazione.
Boom dell’AI e costi alle stelle
Il 2023 ha visto un’impennata nella ricerca e nello sviluppo dell’AI, guidata principalmente dalle aziende private. Ben 51 modelli di apprendimento automatico degni di nota sono stati prodotti dal settore, rispetto ai soli 15 del mondo accademico. Le collaborazioni tra industria e università hanno portato alla luce altri 21 modelli di alto profilo.
Tuttavia, questo slancio ha un prezzo: i costi per addestrare i sistemi AI all’avanguardia sono saliti vertiginosamente. Il modello linguistico GPT-4 di OpenAI ha richiesto una potenza di calcolo stimata in 78 milioni di dollari, mentre il Gemini Ultra di Google ha raggiunto l’impressionante cifra di 191 milioni di dollari.
Nel panorama globale della produzione di AI, gli Stati Uniti svettano incontrastati. Ben 61 sistemi di rilievo provengono da istituzioni americane, rispetto ai 15 della Cina e ai 21 dell’Unione Europea. Sul fronte degli investimenti, però, il quadro è più sfaccettato. Gli investimenti privati complessivi nell’intelligenza artificiale, infatti, sono diminuiti per il secondo anno consecutivo. Tuttavia, i finanziamenti per l’AI generativa – sistemi in grado di produrre testi, immagini e altri media – sono quasi ottuplicati, raggiungendo i 25,2 miliardi di dollari.
La necessità di test standardizzati e i rischi
Il rapporto mostra che, nonostante i rapidi progressi, mancano ancora test standardizzati sulla sicurezza e l’affidabilità dell’intelligenza artificiale, ostacolando la valutazione sistematica delle incognite. Inoltre, emergono nuovi rischi, come la diffusione di deepfake politici facili da generare ma difficili da individuare, e complesse vulnerabilità nei modelli linguistici che possono essere manipolati per produrre risultati dannosi.
I dati dell’opinione pubblica riportati nel rapporto mostrano una crescente ansia nei confronti dell’AI. A livello globale, la percentuale di persone che pensano che l’intelligenza artificiale influenzerà “drammaticamente” la loro vita nei prossimi 3-5 anni è passata dal 60% al 66%. Più della metà esprime ora nervosismo nei confronti dei prodotti e dei servizi di IA. In America, il 52% dei cittadini si sente più preoccupato che entusiasta dell’AI, rispetto al 37% del 2022.