Dopo esserci invecchiati con FaceApp e aver trovato il nostro sosia nel mondo dell’arte grazie a un progetto di Google legato ad Arts & Culture, è giunto il momento di trasformare selfie e fotografie in dipinti. A renderlo possibile un’intelligenza artificiale messa a punto dal MIT-IBM Watson AI Lab. Si chiama AI Portraits ed è liberamente accessibile con un click sul sito dell’iniziativa, anche da mobile.
AI Portraits: l’IA che ti trasforma in un dipinto
Tutto ciò che bisogna fare è premere l’unico pulsante presente sulla homepage e caricare l’immagine da dare in pasto agli algoritmi. Dopo alcuni secondi di attesa viene mostrato il risultato dell’elaborazione, a fianco dell’originale, con la possibilità di condividerlo direttamente su Twitter oppure di scaricare il file per farne ciò che meglio si crede.
C’è anche la possibilità di registrare un account per salvare le versioni dipinte di se stessi in una galleria e per effettuarne il download in alta risoluzione. Però, forse a causa di un traffico troppo intenso, non siamo riusciti a portare a termine con successo la procedura di creazione dell’account prima di pubblicare questo articolo.
L’algoritmo è stato istruito sulla base di un dataset che raccoglie circa 45.000 ritratti realizzati da artisti come Rembrandt, Tiziano e Van Gogh con le tecniche più svariate, dalla pittura a olio fino all’acquerello. La metodologia impiegata è quella del generative adversarial network (GAN) che coinvolge due differenti reti neurali, una chiamata Discriminator che si occupa di riconoscere il volto nel file caricato e l’altra battezzata Generator che crea invece il risultato finale.
Lo stesso approccio è già stato sperimentato tra gli altri da NVIDIA nelle sue GPU per il rendering di volti al limite del fotorealismo, così come dal collettivo parigino Obvious Art per il quadro Portrait of Edmond Belamy venduto lo scorso anno all’asta alla cifra di 432.500 dollari.
L’obiettivo è quello di non limitare il sistema all’applicazione di un filtro come fanno ad esempio Instagram o Prisma. Identificando alcune specifiche caratteristiche dell’immagine (tratti somatici, luce ambientale ecc.) l’intelligenza artificiale stabilisce quale stile adottare. Secondo gli sviluppatori, nell’esempio qui sotto l’IA ha scelto di ricorrere a uno stile rinascimentale dopo aver individuato nel volto del soggetto un naso aquilino e una pelle della fronte particolarmente liscia.
E per quanto concerne la privacy, gli sviluppatori dello strumento garantiscono che i file caricati non vengono utilizzati per altro scopo se non per generare l’immagine da restituire all’utente.
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