L’intelligenza artificiale è una tecnologia in rapida espansione che richiede sempre più energia per funzionare. Secondo uno studio del 2020, il consumo energetico dell’AI è raddoppiato ogni 3,4 anni dal 2012. Alcune applicazioni di AI, come il riconoscimento facciale o il machine learning, possono consumare fino a 284 terawattora all’anno, equivalenti all’energia prodotta da 40 centrali nucleari.
Questo implica non solo un costo economico elevato, ma anche un impatto ambientale significativo. Un dato allarmante, che si somma a quello dei 9 miliardi di tonnellate di rifiuti elettronici che si accumulano ogni anno.
L’intelligenza artificiale ha ampliato le sue applicazioni in modo esponenziale. Oggi la ritroviamo (quasi) dappertutto: dalla creazione di sosia digitali di attori a Hollywood, alla generazione di immagini o testi con modelli avanzati (come Firefly o Google Bard), dall’ottimizzazione della vendita al dettaglio (come nel caso di Walmart), e così via.
Gli esempi sono talmente tanti che elencarli tutti sarebbe troppo lungo. Ma questa rivoluzione tecnologica ha il suo lato negativo: il consumo esponenziale di energia.
Una rivoluzione che ha un prezzo elevato
Rispetto alle tecnologie informatiche più convenzionali, l’AI deve essere addestrata utilizzando database colossali. Questi sono archiviati in enormi centri dati, che consumano molta elettricità.
Secondo una ricerca di Alex de Vries, dottorando presso la VU Amsterdam School of Business and Economics, se si continua al ritmo attuale, l’AI a livello mondiale potrebbe consumare l’equivalente di 85-134 TWh all’anno entro il 2027. Questa quantità considerevole equivale attualmente al consumo di un piccolo Paese come i Paesi Bassi. Queste sono solo stime basate sui parametri di crescita attuali, ma potrebbero cambiare in futuro.
L’elettricità non è l’unica risorsa preziosa che l’intelligenza artificiale consuma: anche l’acqua è essenziale per il suo funzionamento. Infatti, i data center che forniscono una potenza di calcolo straordinaria devono essere raffreddati adeguatamente. Su questo aspetto, le grandi aziende tendono a tacere per non rivelare tutta la verità.
È noto che il colosso Microsoft si sta dando da fare nel campo dell’intelligenza artificiale. Nel suo ultimo rapporto sulla sostenibilità, l’azienda rivela che il suo consumo di acqua è salito del 34% tra il 2021 e il 2022, arrivando a corrispondere a 6,4 milioni di m3 di acqua. Questa quantità equivale alla capacità di 2.500 piscine olimpioniche. Un risultato notevole!
Non c’è dubbio che il consumo di risorse nel settore dell’AI sarà un problema importante nel secolo a venire. Anche se offre potenziali soluzioni che potrebbero aiutare la causa ambientale (maggiore monitoraggio degli incendi boschivi o riduzione delle scie di condensazione degli aerei), per il momento queste applicazioni sono minime rispetto agli impatti potenzialmente negativi che rappresentano.